Come anticipato da “Gazzetta della Sport” nella rubrica «Bravi e Cattivi» di inizio campionato, il voto 3 dato a Caserta metteva in luce i problemi di alcuni giocatori, nella fattispecie Watt, Putney e Sosa, con gli ultimi due che avevano chiesto di cambiare aria. Ricordando poi che i soldi della Fortune Investment, a cui Raffaele Iavazzi (il patron) aveva ceduto la maggioranza del club, fossero ancora virtuali (resta una storia enigmatica, mai spiegatabene dalla dirigenza), misero in evidenza ancora più dubbi su un inizio di stagione alle porte.
«Affermazioni false e ingiuriose», replicarono dalla società, rimandando le accuse al mittente e sottolineando come i pagamenti fossero in regola, ma non smentendo però la notizia della richiesta di cessione da parte di Sosa.
Già, proprio lui, il giocatore più pagato da Caserta che mercoledì ha salutato tutti. «Ha chiesto di lasciare la squadra per motivi di carattere personale. Il club, fedele alla sua linea di non trattenere giocatori che non manifestano gradimento per la loro destinazione, ha acconsentito alla richiesta procedendo alla risoluzione contrattuale del rapporto di lavoro», si è letto nella nota.
Ma notizia di ieri, Sosa si è sfogato sul suo profilo Instagram e ha spiegato la sua versione dei fattii: «Posso vivere in un appartamento che ha a malapena l’acqua corrente, in cui a volte devo lavare i piatti con le botti- glie d’acqua, in una casa in cui le luci si spengono almeno una volta alla settimana e dove non ho nemmeno il wifi. Ho lavorato tutto l’anno tenendo la bocca chiusa, dando tutto in campo ogni partita e non mi sono mai lamentato. Ma una cosa è e sarà sempre inaccettabile per me: non essere pagati. I contratti vengono firmati per essere rispettati da ambo le parti. Non ho avuto problemi a Caserta, ma senza soldi non potevo restare» Uno sfogo che ha ricevuto la risposta degli ex giocatori di Caserta Hunt («Il mio conto attende ancora»), Siva («anche il mio») e Scott («amico mio ti avevo avvisato…»).