La storia è fatta di grandi uomini e delle loro gesta che vengono enarrate ai posteri dai cantori dell’epoca: ad esempio Ludovico Ariosto in quel di Ferrara per la corte degli Estensi narrava le gesta di Orlando e della sua furia, oppure ancora Omero nella Grecia più classica ha impresso su carta le incredibili peripezie ed imprese del suo eroe Odisseo. Tema di questi poemi, detti epici, sono degli eroi e le rispettive avventure, degli eroi impavidi non senza macchia e senza paura, degli eroi umani. Oggi come oggi queste figure vengono sempre meno e sono sempre più sostituite dagli eroi moderni che si identificano o in voci che gridano sole nel deserto, o in extraterrestri che si prestano ai giochi da noi inventati e li portano oltre limiti che nemmeno immaginavamo.
Ecco fra quest’ultima categoria che Nietzsche non esiterebbe a definire di superuomini, troviamo da stanotte anche Russel Westbrook. Il numero 0 di OKC infatti ha concluso un filotto di sette partite in tripla doppia che lo hanno portato ad impattare il record stabilito da Oscar Robertson più di mezzo secolo fa: 41 triple doppie in una stagione, qualcosa di incredibile e di unico nella storia della NBA o almeno fino a stanotte. Mr Why Not ne ha combinata un’altra delle sue, ha sgretolato l’ennesimo record stagionale grazie alla settima tripla doppia in fila da 12 punti, 13 rimbalzi e 13 assist – che non sono proprio la sua miglior prestazione stagionale. Così, dopo una stagione pressoché incredibile, ha infranto non un record, ma il record per eccellenza dimostrando a tutto il mondo di non aver sofferto più di tanto gli addii di Ibaka e Durant.
Attenzione però perché ci sono ancora cinque partite e dunque Russel può perfezionare il record diventando l’unico e mostrandoci davvero cosa può fare un extraterrestre con una palla a spicchi in mano.