Forse ieri sera, ora italiana, si è ripetuta quella che è stata la notte degli oscar. All’inizio sembrava infatti che gli Spurs stessero letteralmente asfaltando i Warriors alla Oracle Arena. I primi due quarti hanno un solo padrone, o meglio due: Kawhi Leonard in campo e Gregg Popovich fuori dal parquet: così gli Spurs si trovano in vantaggio per 62-42 dopo soli 24 minuti dimostrando al mondo non solo il loro potenziale offensivo che già ci eravamo abituati a vedere, ma anche quello difensivo limitando moltissimo le percentuali al tiro del miglior attacco della regular season. Poi qualcosa è cambiato, nello spogliatoio Warriors qualcuno probabilmente ha fatto la voce grossa mentre dall’altra parte forse le energie mentali e fisiche sono venute meno con lavanzare della partita. Così una tripla dopo l’altra Curry in primis coi suoi 40 punti, e compagni (Durant ne ha fatti solo 34) hanno riportato la situazione sulla parità per poi vincere gara 1 con soli 2 punti di vantaggio per 113-111, grazie a un tiro in jump shot del numero 30 a pochi secondi dalla fine.
Ora si rimarrà ancora alla Oracle Arena, ma attenzione perché Popovich, che in un’intervista precedente a gara 1 si affidava solo alle preghiere per vincere contro la corazzata di Steve Kerr, è il mago degli adjustment e sicuramente escogiterà qualcosa per provare a mettere i bastoni fra le ruote ai Warriors.