La presenza di Avellino tra le grandi del campionato italiano non è una novità né una sorpresa. Negli ultimi due anni ad Avellino è mancato il colpo di coda per vincere un trofeo (due finali perse con Milano, in trasferta) o per raggiungere la finale scudetto. Ma anche nella nuova stagione Avellino parte tra le prime quattro forze o con la possibilità di esserci. Come ad esempio Reggio Emilia e Trento anche qui la continuità è garantita non dai giocatori ma dal sistema dell’allenatore. Pino Sacripanti ha dato sempre un’impronta precisa alla squadra affidandosi al talento degli esterni, ali forti tecniche e in grado di aprire il campo a beneficio di un centro interno. Il gioco non è mai stato esaltato come nella passata stagione con la presenza di Kyrylo Fesenko, forse alla migliore stagione della carriera. È possibile che nonostante il recupero l’infortunio di Fesenko abbia inciso sulle prospettive di Avellino nella semifinale persa con Venezia. La conferma del centro ucraino è stata la perla di un mercato basato sul cambiamento selvaggio, non sempre voluto. La perdita più grave è stata quella di Joe Ragland, ovviamente. Difficile giudicare molte delle scelte del general manager Alberani perché sono tanti gli esordienti (Wells, Scrubb e N’Diaye). Intelligentemente è stato in regia con Fitipaldo e Filloy che Avellino ha deciso di rischiare meno e garantire affidabilità al coach Sacripanti.
PLAYMAKER
Bruno Fitipaldo: in un anno ha moltiplicato le sue quotazioni. Era un oggetto misterioso all’arrivo a Capo d’Orlando anche se il playmaker della nazionale uruguagia non dovrebbe essere considerato tale. Poi è andato al Galatasaray confermando le sue qualità di regista di visioni, assist e tiro a di- spetto della taglia che lo indebolisce sul versante grande colpo comunque.
Ariel Filloy: lo scudetto di Venezia gli ha dato credito e fiducia. A 30 anni è arrivato alla Nazionale ed ha espresso il potenziale intravisto ai tempi di Rimini. Ha fisico e tiro, energia. Completa il reparto con Fitipaldo ma potrebbe anche giocarci assieme soprattutto nei finali di gara.
GUARDIE
Jason Rich: è un veterano delle leghe europee ma soprattutto lo è del campionato italiano (Cantù e Cremona) anche se le ultime stagioni le ha trascorse in Francia. È un elemento esperto, eclettico e di discreto altruismo, una carta sicura in un settore esterni con due esordienti.
Lorenzo D’Ercole: ormai un veterano di un ruolo da giocatore di marginale importanza ma pronto se serve a dare difesa e tiro. Anche se non è mai riuscito a migliorare dinamismo e velocità per avere la chance di essere anche un playmaker.
Vuoi leggere i profili di tutti i giocatori della Dinamo e di tutte le altre squadre? Vai in edicola e richiedi il numero di Superbasket interamente dedicato al Campionato di Lega Serie A, oppure compera la versione digitale.