Trento proviene ovviamente da una stagione storica in cui ha raggiunto la finale scudetto ma avrebbe addirittura il diritto di conservare qualche rimpianto, non tanto per l’occasione persa in gara 5 a Venezia quanto per gli infortuni subiti a fine stagione come quello di Filippo Baldi Rossi reso più grave dall’impossibilità di procedere alla sostituzione. Nel girone di ritorno Trento è stata la miglior squadra del campionato, record alla mano. In questi casi il problema è fronteggiare aspettative diventate alte e ripetersi, ma a ben vedere la novità è che Trento ha vinto due serie di playoff perché nella post-season era presente già da due anni. Il club è maturo, sopravvissuto tecnicamente alla perdita dell’uomo franchigia Davide Pascolo e appunto agli infortuni. Ora deve gestire i vuoti aperti dalla partenza di due giocatori cardine della squadra dell’anno scorso come Aaron Craft e Dustin Hogue. La stagione ha proiettato in orbita le quotazioni di coach Maurizio Buscaglia, che tuttavia aveva rinnovato prima della galoppata nei playoff a dimostrazione che questo è un programma che guarda oltre l’ultimo risultato e ha investito anche su un assistente esperto ad alto livello come Lele Molin. La squadra è cambiata in modo ragionevole e ha molte delle caratteristiche di quella passata con un po’ di profondità in più e due soli esordienti in Italia nella rotazione.
PLAYMAKER
Jorge Gutierrez: è messicano ma di scuola americana fin dai tempi del liceo (Findlay, come Amedeo Della Valle) poi quattro anni a California e la spola tra NBA e lega di sviluppo. Non è un attaccante ma per sostituire Craft, Trento voleva un grande difensore e lui lo è sempre stato.
Andres Pablo Forray: non è più un ragazzino ma perpetua la percezione dei giocatori argentini combattenti ed emotivi come lui, Filloy o Cerella. Forray è un playmaker istintivo e difensore sottovalutato perfetto per giocare anche assieme ad un altro regista specie se anche lui difensore. I mastini Craft-Forray hanno garantito a Trento un rendimento offensivo strepitoso.
GUARDIE
Shavon Shields: giocatore stile Trento. Non ha un ruolo preciso ma ha fisicità e taglia per giocare dappertutto. Non è un tiratore naturale o un realizzatore per cui non sai mai prima cosa ti darà oltre a difesa ed energia.
Diego Flaccadori: il più giovane del gruppo azzurro che ha svolto la preparazione. Flaccadori è ormai pronto per un ruolo dichiaratamente di primo piano. Mancino con grande tiro anche dal palleggio, il suo difetto è nel fisico ancora leggero per reggere l’urto in difesa.
Yannick Franke: esterno olandese che è stato il più giovane capo cannoniere della lega del suo paese. Era il 2015. Poi ha provato a fare esperienza all’estero perdendosi tra Finlandia, Grecia e Croazia. Trento gli offre la chance di rifarsi una carriera prima che sia troppo tardi.
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