Il Barcellona ha fatto la rivoluzione in estate dopo un anno disastroso. La scelta dell’allenatore, Sito Alonso, che ha fatto bene in una sola stagione notevole a Vitoria, è stata la principale e ha dato il via a quelle successive. Difficile che in un anno possa aver recuperato le posizioni ma la filosofia è evidente. Il Barcellona ha voluto costruire una squadra profonda con giocatori intercambiabili e due quintetti omologhi. Il recupero di Pau Ribas e l’ingaggio di Pierre Oriola accentuano l’identità locale del gruppo che si era un po’ persa.
Le mosse più importanti: due playmaker di prima fascia come Thomas Heurtel e Phil Pressey anche se questi viene dall’America e il suo impatto andrà visto più avanti; l’ingaggio del gigantesco centro francese Kevin Seraphin significa che Ante Tomic (infortunato al momento) non sarà imprescindibile come negli ultimi anni e il Barcellona avrà sempre in campo un pivot dominante. Adam Hanga è uno dei 3 più versatili sui due lati del campo d’Europa e poi con Rakim Sanders e Adrien Moerman l’obiettivo è allargare il campo per rendere letale la presenza del centro dentro l’area che sia Tomic o Seraphin.
Il Barcellona parte in seconda fila. Alcuni giocatori non è chiaro quanto valgano ad altissimo livello da Pressey a Sanders a Moerman. Ma Huertel, Koponen (il ruolo di Navarro nel suo farewell tour sarà minore), Hanga, Tomic e Seraphin più il bomber Vezenkov dovrebbero assicurare contro il rischio di un altro disastro.