La grande forza del Baskonia è nella capacità di rinnovarsi ogni anno senza passi indietro sostanziali. Vitoria è una presenza fissa nei playoff di Eurolega anche se i tempi di Calderon, Nocioni, Scola e Splitter, i talenti andati nella NBA è irripetibile. L’ultimo mercato è stato ingannevole come sempre: Shane Larkin è andato a Boston, Adam Hanga al Barcellona e Kim Tillie l’Olympiacos. Dei top player della scorsa stagione è rimasto il tedesco Voigtmann. Ma è necessario guardare oltre per valutare il Baskonia. In passato ha restituito una carriera a Bourousis ora potrebbe toccare persino a Carlos Delfino; Jordan McRae, ora infortunato, potrebbe essere il nuovo Larkin, è giovane e potente; sulla coppia di playmaker non ci sono dubbi. Quando hai Marcelo Huertas e poi Jayson Granger sei già molto avanti nella costruzione di una squadra vincente. Quello che stupisce per un club così ben strutturato è la frequenza con cui cambia allenatori. Negli ultimi anni ci sono stati Scariolo, Crespi, Navarro, Perasovic e Alonso, cinque in quattro anni. Pablo Prigioni è il sesto. Ha carisma ed esperienza di campo ma in questo ruolo è un esordiente.