Palla trattenuta: la terminologia è importantissima, non per sfoggio di conoscenza quanto perché tanto meglio è definita una circostanza, più è possibile leggerla nel modo giusto e decidere correttamente. Il regolamento nasce in Inglese, lingua semplice e molto diretta, la sua traduzione deve essere precisa e coerente. Nel caso specifico un po’ la tradizione, l’uso di qualche termine arcaico e il raccontarsi le regole “con parole proprie” possono indurre in confusione. Vi confesso che prima di fare l’arbitro ho detto più di qualche volta palla contesa! Poi con gli anni ho capito la ratio della regola e il doverla insegnare mi ha costretto ad affinare il linguaggio. Probabilmente queste righe non riusciranno a cambiare le vostre abitudini e continuerete a chiamarla “palla contesa” ma forse vi permetteranno di leggere meglio la situazione sul campo. Nel basket la palla è sempre “contesa” già nel salto a due il “contest” è evidente ma i battitori non possono prenderla! Se la palla rotola o rimbalza sul terreno, anche in mezzo a molti giocatori, non può essere trattenuta. Scendendo dopo un rimbalzo ci possono essere più mani sulla palla ma non necessariamente questo genera una palla trattenuta. Perché una palla sia trattenuta ci devono essere tre o quattro mani su di essa, se si trova a contatto del terreno o i giocatori sono avvinghiati ne possono bastare anche due, purché di giocatori di squadre diverse. Non esiste un tempo definito perché sia fischiata una palla trattenuta, ma solo il tempo necessario all’arbitro, decimi o secondi, per valutare se la palla possa essere “strappata” senza eccessiva rudezza. Strappare la palla dalle mani di un avversario fa parte dello spirito del gioco, ed è nel DNA di qualunque giocatore. Difficilmente chi strappa la palla cercherà di “offendere” l’avversario. Attenzione: la foga o la stazza dei giocatori possono fare la differenza, così come la loro posizione e l’equilibrio. Quando i giocatori sono in piedi devono avere un tempo per “strappare” la palla; mentre con giocatori in terra e magari la palla ferma sotto il corpo di qualcuno è auspicabile che il fischio arrivi tempestivamente, prima che altri si “buttino” nella mischia, commettendo fallo o causando qualche infortunio. Statisticamente più è alto il livello del gioco meno frequentemente capita che ci sia una palla trattenuta, per cui anche alla luce della regola del possesso alternato, potete ben immaginare quanto sia importante leggere correttamente queste situazioni, soprattutto nei finali di gara. L’istinto di fischiare è il peggior nemico della fluidità del gioco, ci sono dei tempi di reazione, ma a volte il fischio arriva proprio quando la palla ha “trovato un padrone” e magari la freccia va nella direzione opposta. E’ praticamente impossibile allenarsi su questa situazione, se non all’interno di una partita vera, la capacità di gestirla deriva dall’esperienza e dalla concentrazione nel leggere quanto accade tra i giocatori coinvolti.
Silvio Corrias