Tra Milano e Venezia, favorite per lo scudetto, sta trovando posto Brescia che nei pronostici della vigilia non doveva appartenere neppure all’area playoff. È presto per modificare certe opinioni ma Brescia ha appena dominato su un campo difficile come quello di Trento, non ha avuto problemi a partire bene nonostante i problemi fisici di David Moss nell’intero precampionato e con questo stesso nucleo di giocatori è reduce da un campionato superiore alle aspettative e dalla semifinale di Coppa Italia. Guardando bene dentro il miracolo Brescia dovremmo forse essere meno sorpresi. La Leonessa ha confermato i quattro quinti del quintetto più Michele Vitali e Frank Bushati. Andrea Diana allena questa squadra da anni. Sembra una ricetta molto simile a quella usata da Trento per scalare le posizioni della serie A.
A livelli medi da anni Luca Vitali fa la differenza come regista. Aver puntato su un gruppo di italiani affidabili (Michele Vitali, Brian Sacchetti, Bushati ma dovremmo inserire anche Moss che è qui da circa in decennio) è stato al tempo stesso intelligente e anche il motivo per cui abbiamo tutti sbagliato a non capire cosa sarebbe successo.
Lee Moore, un ragazzino destinato ad una carriera importante in Europa, e Marcus Landry, che giustamente Recalcati voleva portare a Cantù, sono valori aggiunti. La società merita credito per essere riuscita a tenerli due anni.
Lo scorso anno i problemi erano due, la panchina e il ruolo di centro in cui dovette adattarsi Burns visti i limiti di Berggren. Alla fine questi difetti costarono un posto nei playoff. Sacchetti potrebbe aiutare Brescia più di quanto si possa pensare perché è duttile e aiuta Diana a giocare in modo diverso. Dario Hunt ha aumentato la potenza della squadra sotto canestro dove Brescia adesso è più forte. Infine, ha giocatori troppo esperti per pronosticare problemi futuri. Può avere difficoltà di tenuta alla lunga e di infortuni ma ha la leadership di Vitali, Moss e Sacchetti a garantire per tutti.