Gianmarco Pozzecco ha rilasciato una lunga intervista ai colleghi del Corriere della Sera dove ha parlato dei problemi che affliggono il basket italiano: “Il guaio è la visibilità. Se porti ET a vedere il calcio italiano, dopo un minuto capisce come gira e quanto conta. Se lo porti a vedere il basket, s’incasina. Perché – si domanderebbe – non sfonda nonostante sia nel tessuto sociale di tante città, come Bologna, Pesaro, Varese, Cantù? Gli dovremmo dare la risposta: perché il prodotto è proposto male. Il basket va vissuto fin da bambino con figure riconoscibili: oggi non è più così. Non è solo per la presenza di tanti stranieri. Abbiamo smantellato il bacino degli appassionati“.
Sulla formazione dei giocatori italiani Pozzecco dichiara: “La questione degli italiani è centrale. E aggiungo: devi pure avere un figlio della tua città, un Andrea Meneghin che esaltava Varese. Resta l’altro problema. Melvin Booker mi disse: “La morte del vostro basket è stata passare da 7 stranieri forti a 7 scarsi. Io giocavo nell’era dei Richardson, dei Danilovic, dei Djordjevic, dei Komazec: ero in un contesto ipercompetitivo, non potevo non migliorare. Oggi sei in un contesto mediocre. E mediocre rimani. E poi i presidenti… Vedo pontificare chi è arrivato ieri nel basket e conosce poco o nulla del passato e delle radici di questo sport. In Croazia, Pesaro ancora oggi è la Scavolini: capite? Produciamo pochi italiani e pensiamo che gli stranieri siano migliori. Anziché quei sette scarsi, datecene tre buoni e cominciamo ad affidare ruoli chiave agli italiani, affinché siano responsabilizzati“.
Capitolo Nazionale: “Primo: perché non inseriamo pure noi un Randolph come ha fatto la Slovenia? Uno forte, uno vero: tanto lo fanno tutti… Secondo: l’Italia all’Eurobasket ha avuto un atteggiamento strabiliante, figlio solo del metodo di Ettore Messina. Se uno ha tempo, ottiene risultati anche con una squadra scarsa. Perché noi, con rispetto parlando, eravamo più scarsi che buoni”.
Infine il Poz ha aggiunto: “Le finestre per le Nazionali? Un’assurdità che non capisco. Se i 120 migliori sono nella Nba , che valore hanno le Nazionali? Il campionato italiano un po’ è migliorato. La pallacanestro piace, la stiamo solo vendendo male“.