C’è chi ha il calcetto come impegno fisso settimanale, c’è chi si diverte esplorando nuove discipline, come il beach tennis, che si sono affermate recentemente. Poi c’è una categoria di “diversamente giovani” che di appendere le scarpette al chiodo e lasciare le competizioni proprio non ne vuol sapere. A differenza dei molti che, scollinata una determinata età, decide di fermarsi e di dire basta, il mondo del maxibasketball è un universo in costante diffusione e con numeri che man mano aumentano di anno in anno. Ma cosa spinge persino degli ultra sessantenni (ma non dimentichiamoci che quest’anno ai Mondiali di Montecatini hanno partecipato persino gli over 70) a continuare a “dare e prendere legnate”? La passione, pura e semplice passione, accompagnata da un amore per la palla a spicchi che raramente tramonta. Quando si dice che “la pallacanestro è una scelta di vita” non lo si dice per tendenza, lo si afferma perché è la condizione mentale reale di molti appassionati, soprattutto di chi, per almeno 10 o 15 anni, è stato atleta e giocatore.
Lo scorso luglio, proprio l’Italia è stato l’ombelico del mondo di tutto il movimento del basket over con la FIMBA (Federazione Internazionale Maxi Basketball) che ha scelto la Toscana e Montecatini Terme per i suoi Mondiali. La kermesse iridata ha portato ben 367 compagini da tutto il mondo in rappresentanza di 50 Paesi diversi e suddivise in categorie che vanno dagli over 40 agli over 75 per gli uomini e dalle over 35 alle over 65 per le donne. Il promotore di quest’iniziativa? Un signore di nome Mario e di cognome Boni. SuperMario, alla veneranda età di 54 anni, per prepararsi al meglio in vista della rassegna iridata, è tornato in campo in Serie D vincendo l’ennesimo campionato con la Gilbertina Soresina. Ma Mario Boni è solo un esempio della passione, della dedizione e dell’amore viscerale e inscindibile che hanno questi, permetteteci il termine, vecchiacci terribili.
Nell’edizione casalinga dei Mondiali, infatti, gli azzurri si sono aggiudicati qualcosa come 7 medaglie: due ori, conquistati dall’over 40 di Leo Busca e Max Monti e dall’over 50 del padrone di casa Mario Boni che ha condiviso questa esperienza con campioni del calibro di Carera, Esposito, Capone, Dalla Libera e di un Alessandro Angeli che ancora viaggia in doppia cifra di media nelle minors, altrettanti argenti, con le compagini over 55 e over 60 che sono arrivate a un passo dal metallo più nobile, e il bronzo delle ragazze dell’over 40 a impreziosire un medagliere che ha visto l’Italia scalare posizioni su posizioni. E pensare che il bottino poteva essere ben più ricco: se, da un lato c’è il 4° posto della Nazionale over 70 allenata da Tonino Zorzi, dall’altro c’è l’avventura alquanto sfortunata della compagine over 45 che, inserita nello stesso girone del Montenegro, l’avversaria più quotata di tutta la manifestazione, si è dovuta accontentare con tanto amaro in bocca di un 11° posto che non rende l’idea della qualità in campo dei nostri. Una formula alquanto beffarda, infatti, ha sancito l’eliminazione dalla zona medaglie di quelli che erano i campioni in carica che hanno terminato la rassegna toscana con quell’unica sconfitta, di due punti, proprio contro il Montenegro arrivato sino all’oro finale. Una Nazionale over 45 che, insieme con l’over 50, era tra le compagini più forti a Montecatini: Eugenio Capone, Corvo, De Ambrosi, Delli Carri, con le aggiunte di due pezzi da novanta come Steve Carney e Sly Gray sono solo alcune delle stelle schierate in campo a comporre un roster di livello assoluto.
Ciò che maggiormente importa, però, non è solo il risultato. Questi ragazzi sono ancora a tutti gli effetti dei giocatori in attività che continuano a mietere vittime sportive e a vincere campionati e tornei. Da Loano a Salerno, da Milano a Bari sono tantissimi gli atleti over che, da agosto, stanno aspettando la ripresa delle ostilità cestistiche per aggiungere un’altra pagina di storia a carriere ricche di storie da raccontare e di successi collezionati. Perché, per alcuni, di collezione si tratta, come per i “ragazzacci terribili” della New Basket Jesi, una favola che, almeno quest’anno, si prenderà una pausa dopo essere stata il tritacarne delle Marche dall’alto delle sue sette finali, culminate in sei vittorie, nell’ultimo decennio. E come la New Basket ce ne sono tantissime altre di storie, individuali e di squadra. Non ci credete? Le conoscerete. Volete sapere quali sono i segreti? A questo vi rispondiamo sin da ora: non ci sono diete speciali, allenamenti intensivi o particolari tattiche da mettere in campo. Semplicemente passione, amore per il gioco, amicizia e dedizione. Insomma, gli architravi del successo sul parquet, come nella vita. Perché il basket non è solo uno sport, per chi lo pratica è una scelta di vita.
Carlo Audino