Può capitare che una stagione sia segnata da un episodio apparentemente negativo. Torino ad un certo punto si è scoperta costretta a rinunciare, a roster completato, a Durand Scott. Il problema era raddoppiato dal suo status di “Cotonou” quindi non sostituibile da un americano. Torino ha ovviato prendendo con qualche titubanza e una clausola di uscita a suo favore, Sasha Vujacic. Oggi lo sloveno cresciuto a Udine è il killer della squadra. Ha 33 anni, fatica ad andare al ferro, a chiudere un contropiede e ogni tanto si riposa in difesa, ma tira da tre coma una macchina, non ha ancora sbagliato un tiro libero e segna sempre nei possessi importanti. Soprattutto è un piacere veder giocare con questo spirito un 33enne che ha vinto il titolo NBA, giocato Finali, vestito la maglia dei Lakers e dei Knicks, ha avuto un rapporto di fiducia con Phil Jackson e quando è stato in Europa l’ha fatto per giocare l’Eurolega. Vedere Vujacic incitare il pubblico, parlare ai compagni, giocare come se la sua carriera dipendesse da questa stagione torinese quando invece non aggiungerà o toglierà nulla alla sua carriera è il vero segreto della candidatura scudetto della Fiat. Con grandi ringraziamenti per Duran Scott e la sua pseudo-rinuncia.