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      La SuperItalia vuole continuare la leggenda nella Patria della pallacanestro di Carlo Audino (2-fine)

      Redazione by Redazione
      26 Novembre 2017
      in Maxi Basket, RUBRICHE
      0
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      Bando alle chiacchiere, comunque, per quanto piacevoli e meritate siano. Siamo arrivati nella fase calda e, tra qualche sogno e uno scherzo del destino, l’Italia è sicura protagonista. Sogni perché, come vedremo, gli Stati Uniti si avvicinano minacciosi sul cammino azzurro, scherzi del destino (o meglio del regolamento) perché…

      Dài e dài, è arrivata una sconfitta per una formazione italiana ai mondiali. Sì, ma è stata battuta da una squadra italiana. Nella categoria Over 50 l’Italia A è stata superata dall’Italia B per 60 a 55 nei quarti di finale. Ecco spiegato il nostro titolo apparentemente contraddittorio e un po’ sibillino. L’Italia A è quella campione mondiale in carica, l’Italia B come Bologna, è quella allestita sotto le due torri, che ha in Alessandro Angeli il suo giocatore più in vista, e alla quale va il merito di aver sovvertito il pronostico della vigilia.
      È stato un fulmine a ciel sereno. D’altra parte la Florida è la regione in cui cade il maggior numero di fulmini al mondo dopo il Centroafrica, e oggi ne sono caduti anche in senso figurato. Il primo fulmine si è abbattuto a meno di un’ora dalla gara sulle formazioni italiane.
      Nuova regola – L’Italia di Bucci, che si era preparata per affrontare la Croazia, viene avvertita che deve invece giocare contro L’Italia B. Che cosa è successo? Gli organizzatori si sono accorti che Italia A e Italia B potevano entrare entrambe in semifinale e giocare l’una contro l’altra. Ma quest’anno è stata varata una norma secondo la quale in semifinale non possono entrare due rappresentative dello stesso Paese. Regola discutibile, certo, ma tant’è, va rispettata. Dunque nei quarti di fine niente Italia A contro Croazia, niente Italia B contro Repubblica Ceca ma derby delle due Italie Over 50. Peccato che gli organizzatori abbiano avvertito le squadre interessate a un’ora dalla gara.
      Alta tensione – Dire derby vuol dire tensione, e così è stato, fin dalle prime battute, quando Carera ha segnato due ganci autoritari, e Angeli, particolarmente in vena, ha risposto bombardando il canestro avversario. Ad Angeli si è opposto Mario Boni, anch’egli su di giri (6 punti in 6 minuti), ma a questo punto è caduto il secondo fulmine. Uno dei tre arbitri fischia un fallo all’Italia A. Boni non è d’accordo e in inglese si rivolge all’arbitro che gli è vicino: “È un fischio di m…!” L’arbitro gli rifila subito un tecnico. Boni perde il controllo dei nervi, reagisce urlandogli di andare a quel paese e scatta il secondo tecnico, che significa espulsione. La gara di Boni finisce qui. Lì per lì gli azzurri di Bucci sono sembrati assorbire il colpo. Tanto è vero che hanno chiuso in vantaggio il primo quarto (21 – 17).
      Black-out – Ma a questo punto si è abbattuto un altro fulmine, quello che ha fatto i danni peggiori all’Italia A. I suoi giocatori, infatti, non hanno più potuto contare su un terminale come Mario Boni a cui scaricare la palla. Non hanno più avuto, cioè, a disposizione la prima opzione offensiva che era stata predisposta. La tensione, poi. ha complicato la situazione. Fatto sta che gli azzurri di Bucci si sono trovati improvvisamente in black-out. Montecchi e Sbarra hanno cercato, ovviamente, altre alternative, e con caparbietà ne hanno trovate. Ma l’impresa era tutta in salita. Togliete a una squadra il giocatore che ha nelle mani una ventina punti, e metterete in crisi qualunque squadra, anche una squadra campione del mondo. La gara è diventata nervosa, confusa, e gli arbitri hanno faticato a controllarla
      . Per l’Italia A il canestro sembrava stregato: un solo punto nei primi 5 minuti del secondo quarto. Dall’altra parte Angeli teneva su la sua squadra bersagliando il canestro e la portava a mettere la testa avanti. E tuttavia al riposo l’Italia A era sotto soltanto di 3 punti (26-29). L’Italia B, che – con l’eccezione di Angeli – aveva anch’essa risentito dello stress da derby, ha approfittato delle difficoltà degli avversari. E una bomba di Angeli ha segnato il primo break (27 – 40). E tuttavia gli azzurri di Bucci non si sono persi d’animo e hanno trovato la forza di reagire. Bullara rompeva il digiuno della sua squadra e guidava la rimonta. Il terzo quarto si chiudeva 32-47, con l’Italia B che sentiva odore di vittoria. Impresa disperata, quella dell’Italia A, che tuttavia rosicchiava punti ricominciando a segnare, soprattutto con Bullara e Sbarra. E proprio Sbarra ha ridotto lo svantaggio a5 punti: 50 – 55 a 2’12” dalla fine. Per l’Italia B, che aveva perso Angeli per 5 falli, c’è stato qualche patema. Ma i canestri di Solfrini e Tirel non hanno cambiato la situazione. La squadra di Bucci ha salvato l’onore, ma ormai la partita era stata compromessa dall’espulsione di Boni.
      L’avventura dell’Italia B continua, mentre l’Italia ormai ex campione del mondo può lottare per il 5° posto. È questa la prima volta in otto anni che Bucci non porta sul podio una sua squadra in una competizione internazionale. Dopo la gara Mario Boni, ha ammesso onestamente di aver sbagliato: “Ho dei limiti di carattere con i quali ho sempre dovuto fare i conti. Una volta, da professionista, potevo riuscire a frenarmi, c’era di mezzo il mio guadagno. Adesso che gioco gratis questi freni non li ho più. A 52 anni, se un arbitro, fra l’altro inesperto, mi dà un tecnico, lo mando a quel paese, è più forte di me. Vuol dire che a questo punto è ora che io smetta”.
      E questo, all’indomani dell’ assegnazione a Mario Boni del trofeo di miglior giocatore europeo, è l’ultimo fulmine di una giornata che più storta non poteva essere per l’Italia di coach Bucci.
      Ecco i tabellini del derby
      OVER 50 – Italia B – Italia A 60-55.
      Italia A: Sbarra 10, Venturi 2, Bullara 10, Boni 6, Tirel 8, Solfrini 6, Montecchi 9, Ponzoni, Bargna, Carera 4, Tortù
      Italia B: Angeli 25, Gherardi 2, Gianni 2, Stama 6, Zonca 12, Morandotti 2, Gay 9, Silvestrin, Tubertini, Calcagnini 2.

      Sì, davvero, che disdetta! Proprio quest’anno il cambio di regolamento ha privato l’Italia di due medaglie sicure. Ma non è la prima volta e non sarà nemmeno l’ultima, quindi inutile piangersi addosso, meglio guardare avanti. Avanti dove sono arrivati gli Over 45, direttamente in semifinale dopo la vittoria del girone: gli organizzatori, viste le poche adesioni, hanno optato per la qualificazione diretta alle semifinale per la prima di ciascun gruppo. Ottimo, quindi. E adesso? Bastano tre lettere, U S A, per far capire la portata dell’avversario, non basterebbero tre pagine per descrivere la grandezza dell’impresa.

      L’Italia Over 45 è entrata in finale per il titolo mondiale Over 45 battendo gli Usa per 115-81. I maestri americani hanno avuto dai nostri una lezione memorabile. In che cosa sono stati superiori i giocatori italiani? Semplice, nell’arte di giocare a basket, e scusate se è poco. L’Italia Over 45 continua così la splendida tradizione che la vuole imbattuta nelle competizioni internazionali del maxibasket da ben otto anni. Nel corso degli anni cambiano i giocatori, cambiano gli allenatori, ma la formazione di questa categoria – dove la concorrenza è molto forte – è sempre al vertice, ammirata per il gioco che mette in campo. Ora resta l’ultimo ostacolo, la finale contro la Russia. È questa la quinta volta – fra europei e mondiali – che Italia e Russia si affrontano in finale nella categoria Over 45, e finora i nostri ne sono sempre usciti con la medaglia d’oro al collo. Gli azzurri sono decisissimi a voler confermare anche questa tradizione.
      La partita contro gli Stati Uniti è stata una solida esibizione di buon basket. Dopo appena 3 secondi Donati ha messo segno una bomba: è stato il segnale di ‘fuoco alle polveri’. I nostri si sono distesi nelle manovre di attacco concluse dai tiri di Delli Carri, Corvo e Carney . 7-0 dopo due minuti, con gli statunitensi sorpresi di trovare una formazione che dettava legge a casa loro. Contro avversari più alti, di stazza più pesante, gli italiani hanno fatto valere la maggiore velocità con Donati, Corvo, Delli Carri, Mazzella. Quando si sono ripresi dallo sbigottimento, gli americani, che pure sanno giocare a basket (ci mancherebbe altro) hanno cercato di rimediare, e il primo quarto si è chiuso con l’Italia in vantaggio 28-21. Col passare dei minuti gli Usa hanno sofferto sempre di più la velocità dei nostri , e già al terzo minuto del 2.o quarto il loro svantaggio si dilatava (24-42).
      Gli azzurri, lanciati a oltre 100 punti di media, non hanno mai perso il loro bel ritmo. Con una difesa che anticipava gli americani, hanno imbastito manovre in contropiede senza dimenticare di bersagliare dalla linea dei tre punti il canestro Usa col mini-bomber Zeppa, Corvo e perfino con i lunghi Del Cadia, Carney e Giannini. Superato il vantaggio dei 20 punti, gli azzurri non si sono accontentati, come se sentissero il dovere di non annoiare gli spettatori. E si sono visti i fuochi d’artificio: palle rubate, canestri in contropiede, manovre veloci dettate da Donati e Antonucci, hanno portato l’Italia ai 30 punti di vantaggio. Poi, come è giusto e sacrosanto, c’è stata gloria per tutti, e nessuno è uscito dal campo senza aver segnato. Merita un applauso il reparto dei lunghi, alle prese con gli avversari più tosti della squadra Usa. Carney, Del Cadia e Capone hanno dato sicurezza e imposto esperienza e mestiere. Difficile scegliere i migliori, tutta la squadra è da elogiare in blocco.

      Ecco il tabellino dell’Italia.
      Over 45 – Italia – Usa 115 – 81. Mazzella 14, Antonucci 9, Delli Carri 16, Corvo 20, Giannini 8, J.J. Capone 2, Carney 12, Allegrini 4, Zeppa 8, Del Cadia 6.

      Permetteteci di fermarci qui. Non servono altre parole per questa partita. Anche perché siamo nel vivo, nella parte più bella della manifestazione: le finali. Perché al plurale? Semplice, perché oltre all’oro che può arrivare dall’Over 45, c’è un altro possibile trionfo da agguantare: gli Over 50, con la vittoria sulla Croazia (sì, proprio lei!) per 81-70, sono a un passo dal metallo più prezioso. L’avversario? Neanche a dirlo, gli Stati Uniti…Ma state pronti, perché nulla è deciso o scontato!

      Con la vittoria in finale sulla Russia per 108-78 e la conquista del titolo mondiale, l’Italia Over 45 regala un’altra grande soddisfazione agli appassionati di basket. È stato, quello degli azzurroni, un successo splendido per più di un motivo: perché lo hanno colto nella patria universale del basket, perché hanno saputo fare un fantastico bis a oltre 100 punti per gara, perché hanno continuato una tradizione italiana pluriennale (8 anni, e la serie è aperta!) vincente nella categoria Over 45, dove la concorrenza è assai forte, e perché, infine hanno giocato un gran bel basket fatto di movimento, di velocità, di concretezza, esaltata – questo è il bello – dalla fantasia, marchio di fabbrica degli sport di squadra nel Bel Paese.
      È stata proprio la qualità del gioco a fare la differenza con i russi, così come l’aveva fatta in semifinale contro gli statunitensi. Si sapeva che la formazione russa era forte; lo sapevamo anche perché la finale Italia – Russia è un accoppiamento ormai inevitabile, un po’ come Topolino e Minnie, visto che qui a Orlando ci troviamo nel regno di Walt Disney. Un accoppiamento che si è ripetuto per ben sei volte, fra europei e mondiali, e che regolarmente ha visto vincitori gli italiani. Questa volta i russi si sono presentati con una formazione competitiva: buoni atleti, anche se non molto veloci e tutti ottimi tiratori, dalle guardie ai lunghi. Bisognava puntare sulla nostra attitudine alla manovra veloce e al contropiede. Così è stato, e già a metà del primo quarto un Pino Corvo scatenato (12 punti nel 1° quarto) ha scavato in contropiede il primo solco con gli avversari (20-10).
      I russi hanno accusato il colpo e, quando hanno voluto reagire, si sono trovati di fronte a una difesa difficile da superare, molto mobile e lesta nell’anticipare gli avversari, con deliziose palle rubate. Primo quarto chiuso sul 30-14. All’inizio del secondo quarto gli artefici del vantaggio – Donati, Corvo, Delli Carri, Carney, Del Cadia e Mazzella sono stati lasciati in panchina a riposare; ne ha approfittato la Russia, che si è fatta minacciosa portandosi nei primi 6 minuti a soli 7 punti (32-26). Saggiamente coach Nobili ha rimediato con opportuni cambi; Antonucci ha messo un paio di bombe stronca-gambe e si è andati al riposo sul 53-39.
      Il missile di Carney – Nel terzo quarto l’Italia ha insistito con la ricerca del contropiede e i russi, affaticati, hanno cominciato a perdere colpi. Punteggio sul 78-58 a pochi secondi dalla fine, quando Carney a fil di sirena ha sparato dalla sua area un missile che è andato a insaccarsi di tabella. Ciliegina sulla torta, si direbbe, ma è troppo poco; diciamo un ananas sulla torta, che rende di più l’idea. Sull’esempio di Carney , gli azzurri hanno dato vita a un festival delle bombe che ha tramortito gli avversari e divertito gli spettatori. Zeppa, Delli Carri, Antonucci si sono alternati dalla linea dei tre punti con tiri mortiferi.
      Ai frombolieri abituali si è aggiunto anche il lungo Del Cadia, che una bella mano e ci tiene a dimostrarlo. Il suo pari ruolo Capone ha preferito i più ortodossi tiri da sotto rimpinguando il bottino, con il divario che si avvicinava ai 30 punti (94-37 poco dopo la metà del quarto. È toccata a Antonucci la soddisfazione di superare i 100 punti, manco a farlo apposta con una bomba. I minuti finali sono stati una passerella per fare assaporare a tutti la gloria di una giornata indimenticabile.

      Ed ecco il tabellino:
      Over 45, Italia – Russia 108-78. Mazzella 15, Antonucci 18, Delli Carri 11, Corvo 26, Giannini 3, E. Capone 4, Carney 12, Zeppa 6, Donati 9, Del Cadia 6, Carletti.

      Over 50 d’argento – Non è riuscito il bis aureo all’Italia B Over 50, superata dagli Usa di misura 63-67. Gli Stati Uniti, si sono presentati con due ex Nba, Billy Thompson (Lakers) e Greg Kite (Celtics) e buon ex giocatori di college. Gli italiani guidati, da un ottimo Stama con 18 punti, hanno chiuso il primo quarto con 10 punti di vantaggio (25-15), conservati anche al riposo (46-36). Nel terzo quarto gli Usa riducono lo svantaggio (50-46 al 5° minuto) e subito dopo Stama si infortuna ed esce zoppicando per non rientrare più. L’Italia B soffre la sua assenza, stringe i denti nell’ultimo quarto in cui va avanti punto a punto fino a quando l’ottimo Atkinson porta il vantaggio Usa a 6 punti (61-67). La reazione di Angeli riesce solo a ridurre il distacco.

      Che trionfo! E non importa se sia soltanto un l’oro portato a casa, perché giocarsela contro i padroni di casa con due ex NBA in roster è già da vincitori. Ma ciò che più conta è la risposta, ancora una volta, dell’Italia che, non ci si può più nascondere, è ormai una superpotenza. Basti pensare che gli stessi Over 45 bi-campioni del mondo sono imbattuti da almeno quattro anni. Cosa volete che aggiunga? Sì, una cosa per concludere c’è. Ma ce la racconta il nostro Mario, direttamente da Orlando.

      Abbiamo la gioia di continuare a giocare, per giunta con la maglia azzurra, e vogliamo onorarla giocando meglio che possiamo. I risultati ci hanno finora dato ragione: ogni anno abbiamo portato a casa almeno un titolo nelle competizioni internazionali delle nostre categorie, una collezione di titoli europei e mondiali che riempie di orgoglio e di soddisfazione non solo noi ma anche gli appassionati che ci seguono dall’Italia. E anche quest’anno abbiamo rispettato la nostra tradizione aurea: pochi giorni fa ai mondiali di Orlando, nella patria universale del basket, la formazione Over 45 ha conquistato una medaglia d’oro e dagli Over 50 è venuta una medaglia d’argento. E in primavera a Zara nella World Champions League gli azzurroni erano saliti altre due volte sul podio: la Formazione Over 45 si è messa al collo la medaglia d’oro, quella Over 50 la medaglia di bronzo. E l’Over 50 Mario Boni, ciliegina sulla torta, ha vinto a Orlando il titolo di Mvp europeo.
      Vogliamo continuare a farlo anche in futuro, senza complessi di alcun genere. Senza avere la presunzione di essere superiori (lo siamo solo nell’età), vogliamo dare un esempio, sia pure modesto. In fondo è questo il modo migliore, se non l’unico, di essere genitori. Consideriamo gli azzurri di Pianigiani come nostri figli nel basket. Facciamo il tifo per loro e abbiamo un sogno: che diventino migliori di noi. Perché il successo dei figli per un genitore è la gioia più grande che ci sia.

      Oro o ultimo posto, argento o penultimo che sia, in una cosa questi maxi-atleti, azzurri e non, vinceranno sempre contro chiunque: nello spirito, o meglio, nel loro “diversamente giovane” spirito.

      Carlo Audino

      (2-fine)

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