È vero che il basket moderno tende sempre più a spingere verso il perimetro, che oggi non è pensabile utilizzare un 4 che non sia pericoloso al tiro e che tutti i centri pachidermici sono vulnerabili nelle situazioni di pick and roll. Ma la presenza di un giocatore che protegga il canestro in difesa e attacchi il ferro e sia efficace a rimbalzo è una tendenza che si sta facendo nuovamente largo in Italia basti vedere alle squadre di vertice che hanno in roster in pratica due centri equivalenti come impatto – non come caratteristiche – in modo da non avere cali di tensione in quel ruolo in nessun momento della partita.
Avellino, aspettando Shane Lawal, gioca con Kyrylo Fesenko o N’Diaye ovvero fisicità e intimidazione. Sassari gioca con Shawn Jones che è atletico e verticale o con Darko Planinic che è estremamente duro e fisico. Milano si è adeguata nel momento in cui, aspettando Patric Young, ha fatto debuttare in campionato Kaleb Tarczewski, terzo rimbalzista di Eurolega, per fungere da alternativa a Gudaitis. Reggio Emilia al ritorno di Riccardo Cervi può rispondere con moneta simile, considerando Jalen Reynolds un centro. Dal punto di vista tattico è questa la cosa più interessante delle prime dieci giornate, anche più della straordinaria batteria di tiratori che Venezia ha assemblato in stile Houston.