Ripartiamo da un’unica, inequivocabile, certezza: l’Italia è la squadra da battere. In ogni categoria. Soprattutto dopo la lezione impartita a tante avversarie nella culla della pallacanestro, maestri compresi. E allora è scontato dire che a Novi Sad, sede degli Europei 2016, parte come favorita d’obbligo, specialmente in una competizione continentale. Senza dimenticarci, poi, che nel 2017 i vari scettri mondiali conquistati a Orlando potevano essere difesi in casa vista l’assegnazione alla Toscana della competizione iridata successiva.
Come per ogni kermesse, saranno tre le categorie con compagini tricolori che scenderanno in campo, tutte con l’intento di portarsi a casa l’ennesima medaglia. Ma non solo. La Nazionale over 45, infatti, punta ad allungare ulteriormente la striscia di imbattibilità che dura ormai dai più di cinque anni. Ad aggiungere altro “pepe” sulla competizione ci sarà ancora una volta il derby a livello di Over 50, ma stavolta il numero di formazioni sale da due a tre con la compagine romana pronta a battagliare per una medaglia.
Gli azzurri d’epoca vanno in Serbia, ricomincia l’avventura. La nazionale Over 50 è pronta per gli Europei di Novi Sad, in programma dal 25 giugno al 5 luglio. Avventura non facile, diciamolo subito: un po’ perché la Serbia schiera formazioni agguerrite e più che competitive in ogni categoria, e un po’ perché di comincia subito in salita. Nella prima gara infatti i nostri azzurroni avranno di fronte la forte Ucraina, dalla quale furono sconfitti un anno fa ai mondiali di Orlando con punteggio pesante (80-64). Contro i giallo-azzurri ucraini l’Italia Over 50 giocò l’ultima partita di un’edizione particolarmente sfortunata dei mondiali. Eliminati in semifinale dall’altra formazione italiana in lizza, affrontarono demoralizzati la sfida per il quinto posto con l’Ucraina. Che ora torna sulla nostra strada. Ora spetta agli azzurri Over 50 dimostrare che la sconfitta di un anno fa non era figlia della delusione di giocatori abituati a tornare dalle competizioni internazionali con una medaglia al collo. La squadra varata da Peppe Ponzoni sulla carta è in grado di competere con qualunque avversaria, completa com’è in ogni reparto. La sua forza è data dal nucleo che potremmo chiamare ‘storico’ dei giocatori che hanno raccolto allori in giro per il mondo nella categorie Over 40, 45 e 50. Parliamo di Tirel, Solfrini, Carera, Venturi, Claudio Capone, Riccardo Esposito, Bullara, che hanno maturato negli anni esperienza, schemi, intesa, capacità di sacrificarsi l’uno per l’altro: il tutto cementato da un’amicizia che ha coinvolto gli innesti successivi Mario Boni, Sbarra, Bargna. Facile prevedere che coinvolgeranno in positivo anche le matricole azzurre, entrambe di valore, Noli e Sacripanti. Purtroppo hanno dovuto dare forfait due nomi d’oro: Antonello Riva per impegni di lavoro e Larry Middleton per motivi di salute. Entrambi hanno giocato in passato con la nazionale Over, entrambi hanno contribuito a una medaglia d’oro: Riva negli Europei del 2008, Middleton nei mondiali del 2009. Si tratta di due assenze che pesano, certo. Ma anche senza di loro la squadra non è niente male.Gli azzurri,che per otto anni sono stati diretti da coach Alberto Bucci, saranno allenati a Novi Sad dalla coppia formata da Alessandro Azzarito e da Umberto Anzini. Una gran coppia anche sulle maglie azzurre. Parliamo degli sponsor: accanto a Conad, che accompagna i nostri da anni, fa il suo ingresso un marchio nuovo, quello dei Vini La Versa, apprezzati in tutto il mondo soprattutto per lo spumante. Inevitabile l’impegno degli azzurri di produrre un basket di alto livello frizzante e spumeggiante per essere degni partner del nuovo sponsor. Domenica gara d’esordio contro l’Ucraina, formazione molto forte dal punto di vista atletico: giocatori alti e di grande stazza, che – almeno sulla carta – possono essere superati in velocità dai nostri azzurroni, che non solo prediligono rapidità e contropiede, ma dispongono anche di un ottimo reparto di lunghi, min grado di contrastare quello avversario. Fra questi picca Volkov, che i tifosi di Reggio Calabria ricorderanno per averlo applaudito nella loro squadra, e che poi approdò nella NBA. È un duemetri e 8 da 140 chili: appesantito rispetto ai suoi bei tempi, ma buon tiratore dall’arco e abile nello smazzare assist ai compagni in area. Dopo l’Ucraina, ci toccherà la Georgia. Nel nostro girone era inclusa anche una formazione russa, che all’ultimo momento ha rinunciato. Sicché basterà vincere una delle prime due partite per essere ammessi alla fase successiva. La nazionale azzurra Over 50 agli Europei di Novi Sad è l’ Italia B. L’Italia A è la formazione che un anno fa ha conquistato l’argento nella finale Over 50 con Gli Usa a Orlando, in cui spiccano i nomi di Alessandro Angeli, di Giuseppe Stama e di Ricky Morandotti. C’è poi l’Italia C, una squadra allestita a Roma, che parte in sordina, senza promettere grandi cose, ma che può rappresentare una sorpresa.
Il calendario propone subito un big match, ma con il forte retrogusto di una possibile vendetta contro i colossi dell’ex Unione Sovietica.
Gli azzurri Over 50 domano l’Ucraina 81-62 e si vendicano così sul campo della sconfitta subita ai mondiali di un anno fa a Orlando. Vittoria perentoria, senza discussioni, voluta da una formazione in salute, entrata in gioco agli Europei con la faccia giusta. Abbiamo rivisto l’Italia forgiata dal grande coach Alberto Bucci, insomma, con caratteristiche che resistono dopo tanti anni e tante sfide in giro per il mondo: concentrazione, difesa intensa e dura, ricerca del gioco in velocità e in contropiede, fiducia reciproca fra tutti i componenti della squadra. Bucci, che non ha potuto affrontare la trasferta in Serbia, è stato sostituito in panchina dal pesarese Alessandro Azzarito, il quale ha recepito pienamente le direttive e il credo cestistico del suo più famoso predecessore sulla panchina azzurra.
Vittoria dedicata a Bucci – Inevitabile e spontanea la dedica a coach Bucci della vittoria fatta da Azzarito, che ha interpretato così il desiderio di tutti gli azzurri. I quali hanno fatto vedere fin dal primo minuto di essere entrati in campo con gli occhi della tigre. Era importante bloccare la fonte del gioco ucraino, cioè Volkov, ex Nba con buoni trascorsi anche in Italia, a Reggio Calabria, un lungo di 2 metri e 8, possente, in grado di giostrare in tutti i ruoli. Rispetto a un anno fa Volkov si è presentato con una dozzina di chili in meno e ben allenato. Contro gli azzurri ha scelto di fare il regista, cosa che ai mondiali di un anno fa gli era riuscita bene. Ma rispetto a Orlando ha trovato negli azzurri una difesa tosta e decisa a togliergli il più possibile libertà di manovra.
Già in partenza Carera gli ha fatto capire che non avrebbe avuto vita facile. Poi il trattamento senza complimenti è stato continuato da Venturi, che rende a Volkov otto centimetri, ma neanche un millimetro in fatto di grinta e di decisione. Sacripanti, new entry un azzurro, ha completato al meglio il trattamento. Tutti i guardiani di Volkov sono stati aiutati dai compagni quando era necessario. Il risultato è stato che ai giocatori ucraini sono mancati i rifornimenti del loro ispiratore, e raramente hanno potuto eseguire tiri facili. A questo aggiungiamo che tutta la difesa azzurra ha fatto un buon lavoro, costringendo gli avversari a scelte affrettate. Più alti e più grossi degli azzurri, gli ucraini sono di solito buonissimi tiratori dal cerchio dei tre punti, ma stavolta contro la difesa dei nostri le loro percentuali sono calate di brutto.
Velocità e contropiede degli uomini in maglia azzurra hanno dato il colpo di grazia alle speranze degli avversari. Dopo il riposo, concluso sul punteggio di 36-26 per l’Italia, l’Ucraina è stata travolta dalle folate di Esposito e Capone, imbeccati da Bullara e Sbarra e bersagliata, come se non bastasse, dalle bordate di Tirel, Noli, e degli stessi Esposito e Capone. Alla fine del terzo quarto punteggio di 63-26 e gara praticamente finita. Ma è stato bello vedere gli azzurri d’epoca non accontentarsi e mantenere una buona concentrazione anche nell’ultimo quarto, fino a chiudere la gara sul punteggio di 81-52.
Anche le altre non sono da meno: la terza formazione Over 50 italiana sta marciando a punteggio pieno con due vittorie all’attivo (su Germania 48-34, e su Austria 56-47). Buono l’avvìo dell’Italia Over 45 contro la forte Serbia (60-53), un risultato che continua una tradizione lunghissima, visto la l’Italia Over 45 non perde una gara da ben otto anni.
E come accaduto in quasi tutte le ultime kermesse, i nostri azzurroni non hanno avuto particolari patemi d’animo per superare il girone eliminatorio, arrivando così a grandi falcate ai quarti di finale. Lasciando, ovviamente, subito un’impronta forte nella manifestazione: oltre allo scalpo dell’Over 50 con l’Ucraina, ha ottimamente figurato l’imbattuta Over 45 che, dopo aver battuto la forte Serbia padrona di casa (una squadra con centimetri e chili in abbondanza), ha sconfitto quasi agevolmente anche la Croazia.
A tutto gas verso i quarti, dunque. Peccato che, in un modo o nell’altro, lo zampino del destino finisca sempre sul percorso degli azzurri: tra quarti e semifinali, infatti, gli Over 50 daranno sicuramente vita a due derby fratricidi che toglieranno la possibilità (peraltro vietata anche dal regolamento) di colorare di bianco rosso e verde tutto il podio.
Proprio come un anno fa, ai mondiali di Orlando, le due Italie Over 50 A e B si sfidano nei quarti di finale in questi Eurpei che si tingono di azzurro. La squadra che vincerà si beccherà un altro derby contro l’Italia C, già qualificata alle semifinali. Di queste tre squadre le più forti – sulla carta, per lo meno – sono le due che si affrontano domani sera, quella dei “Bucci Old Boys” e quella bolognese di Roberto Gianni e Alessandro Angeli. L’Italia C, allenata da coach Claudio Brunetti, romano come gran parte dei giocatori di questa formazione, si trova già in finale, in parte per meriti propri – si è classificata prima nel suo girone – e in parte per mancanza di squadre avversarie nella sua parte del tabellone. C’è tuttavia un’Italia ancora più fortunata che lo sgangherato regolamento Fimba ha promosso alle semifinali: l’Italia Over 40, infatti, ha perso – sia pure con onore – entrambe le partite in programma, ma poiché nella sua categoria le squadre sono poche, eccole già in semifinale. Noi abbiamo dato il nomignolo di “Bucci Old Boys” alla squadra azzurra allestita da Ponzoni e composta da giocatori che per otto anni sono stati guidati e formati da Alberto Bucci. In realtà quasi tutti i giocatori presenti qui a Novi Sad, dalle tre squadre Over 50 alla Over 45 e alla Over 40, sono passati da coach Bucci, e in un certo senso sono anch’essi figli o figliocci del grande allenatore bolognese. E tutti sono stati presi dal fascino di un campionato che ha restituito loro le emozioni di un campionato vero, per giunta in campo internazionale, opposti non di rado a giocatori stranieri che hanno militato nella nostra serie A. Una volta finita la rassegna, europea o mondiale che fosse, non hanno resistito alla voglia di riprovarci. E, visto che il regolamento della Fimba lo permette, hanno dato vita a più formazioni, ciascuna generalmente legata a una città.
A Novi Sad c’è l’Italia di Bologna, quella di Jesi, quella di Roma, anzi, quelle di Roma (qui sono due, Over 50 e Over 40), e c’è l’Italia madre, diciamo così, la prima, che in origine era riconosciuta dalla Fip e che è sempre stata allestita da Ponzoni, delegato della Fimba. Tutto questo è molto italiano, rispecchia l’insopprimibile tendenza all’anarchia, al “particulare”, vero marchio distintivo del Bel Paese fin dai tempi di Padre Dante e Machiavelli. Ma veniamo al derby di domani sera, che rappresenta per i ‘Bucci Old Boys’ l’occasione di rivincita della sconfitta bruciante patita ai mondiali di Orlando. I derby fra le due formazioni sono cominciati nel 2009, ai mondiali di Praga e si sono poi ripetuti in varie edizioni di Europei e di mondiali. La squadra di Bucci è sempre uscita vincitrice fino allo scorso anno a Orlando, quando l’incantesimo si è spezzato. È probabile che le due squadre azzurre offrano uno spettacolo di basket di alto livello, non facile da ammirare nelle competizioni del maxibasket. Uno spettacolo difficile da aspettarsi da giocatori cinquantenni, che rappresentano una vera sfida al tempo che passa. In questi giorni i mezzi d’informazione presentano le immagini di tale Ye Wen, una modella cinese cinquantenne che dimostra vent’anni o poco più. Meraviglia e complimentoni, certo, ma più o meno le stesse cose potremmo dirle per le prodezze atletiche e cestistiche di cui sono capaci i nostri incredibili cinquantenni, a cominciare da Alessandro Angeli e da Riccardo Esposito, che proprio ieri ha compiuto 50 anni.
E la contesa, come vedremo, non ha affatto tradito le aspettative.
Carlo Audino