Al termine di una battaglia esaltante, combattuta senza risparmio dalle due squadre in campo, gli azzurri Over 50 di Ponzoni l’hanno spuntata per 70-68 su quelli di estrazione bolognese, vicecampioni del mondo in carica. Tutte e due le formazioni hanno onorato il basket italiano e sono da accomunare in un grande applauso. La tecnica è stata in parte messa talora in secondo piano da un agonismo tirato al massimo e dall’inevitabile tensione propria di un derby, ma lo stesso agonismo è stato un vero spettacolo, con gli azzurri guidati in campo da uno straordinario Angeli a meritarsi un battimani supplementare per la difesa che hanno esibito e che ha messo in seria difficoltà i ‘Bucci Old Boys’. Capone con 23 punti e Angeli con 32 meritano il titolo di MVP da dividersi equamente. A Capone va in più la soddisfazione di proseguire con la sua squadra la strada verso il podio, con un cammino non facile: domani devono affrontare un altro derby contro l’Italia C, di estrazione romana, e dovranno ancora immergersi nell’atmosfera acre delle sfide fra connazionali. Chi la spunterà dovrà poi affrontare in finale la Serbia, che in casa sua ha allestito uno squadrone, completo e agguerrito in ogni reparto. Applausi, dicevamo. Ci sono stati davvero. Di solito alle partite delle competizioni internazionale del maxibasket assistono pochi spettatori. Questa volta invece si sono fermati in parecchi a gustarsi la sfida fra Italia A e Italia B: giocatori, giocatrici e allenatori di altre nazioni, tutti intenditori. Tutti hanno decretato alla fine il loro gradimento con un lungo, nutrito, riconoscente applauso. L’Italia A diretta in panchina da Gambini è scattata subito in avanti con un imperioso 8-0. Poi l’Italia B ha superato la tensione e, diciamolo pure, il timore derivante dalla sconfitta subìta un anno fa, e si è portata in avanti 18-11, trascinata dalle bombe di Capone e Boni e dal mestiere di Venturi in area. Punti sul vivo Gianni,Angeli, Silvestrin e compagni, si sono riavvicinati chiudendo il primo quarto sotto di due (22-20). Per il resto della partita il punteggio è stato sostanzialmente in equilibrio, con i ‘Bucci Old Boys’ che tentavano l’allungo, ma che ogni volta venivano fermati dalla difesa spietata, al limite del fallo ma corretta, dell’Italia A; e da Angeli, naturalmente, che colpiva con bordate e tiri liberi. 36 a 30 il punteggio per l’Italia B al riposo. Nel terzo quarto si sono messi in luce per l’Italia B Tirel, Boni Esposito, che hanno dato una mano a Capone, e per l’Italia A Morandotti, Calcagnini e Sbaragli. Terzo quarto chiuso 50-46 a favore dell’Italia B. Nell’ultimo quarto, con la tensione alle stelle, Capone e Esposito riportano avanti l’Italia B. Sul punteggio di 54-48 a loro favore i ‘Bucci Old Boys’ hanno provato ad allungare, ma un fallo antisportivo su Morandotti, dà all’Italia A l’occasione di riportarsi sotto. A tre minuti dalla fine una bomba di Tirel dà il massimo vantaggio all’Italia B. Finita? Manco per idea, Angeli reagisce da campione, si carica sulle spalle i suoi e a forza di tiri liberi riduce lo svantaggio. Mancano secondi, l’Italia B è avanti di 5, coach Gambini chiama il time-out, e Angeli manda a bersaglio a fil di sirena il tiro da tre che fissa il punteggio finale, 70-68. Gragnuola di applausi per la lezione di basket regalata agli spettatori. A proposito di regali, con i suoi 23 punti Capone ne ha fatto uno per Mario Boni, che compie oggi 52 anni, e Riccardo Esposito, che ne ha compiuto 50 l’altro ieri. Omaggio graditissimo, ovviamente. Domani in semifinale altro derby con l’Italia C, che ha tanta voglia di fare sorprese e sgambetti. Ecco i suoi giocatori: Pierluigi Giordano e Umberto Acerbi (1-2), Claudio Brunetti (giocatore 3-4 e coach), Stefano Donato (2-3), Saverio Celenza e Claudio Viscardi (3-4), Alex Carusqo e Domenic Cefis (4-5), Roberto “Serpentone” Tortù (5) Ecco infine il tabellino con le marcature delle due Italia nel derby: ITALIA B – ITALIA A 70-68 – (22-20; 36-33; 50-46; 70-68) Italia B: Boni 12, Sbarra 2, Noli 7, Capone 23, Solfrini, Esposito 8, Tirel 6, Bullara 5, Bargna, Venturi 6, Carera 2, Sacripanti- Coach Azzarito e Anzini ITALIA A: Morelli 4, Angeli 32, Gianni 8, Lella, Zonca 6, Tubertini, Silvestrin 4, Morandotti 3, Calcagnini 7, Sbaragli 4, Gherardi . Coach: Gambini
Alla fine, comunque, almeno tre medaglie finiranno al collo delle nostre formazioni: tutto sommato, considerato il destino, c’è da andarne fieri.
Tre formazioni azzurre hanno conquistato la finale per la medaglia d’oro agli Europei di maxibasket a Novi Sad in altrettante categorie: Over 40, Over 45 e Over 50. Come dire che tre medaglie d’argento sono assicurate. Ecco le tre finali: categoriaOver 40: Italia contro Serbia; categoria Over 45: Italia contro Slovenia; categoria Over 50: Italia B contro Serbia. Una medaglia d’argento è già finita al collo dei giocatori dell’Italia Over 40, che in finale ha perso contro la Serbia 83-71. Aggiungiamo poi che una quarta squadra azzurra, l’Italia C, è entrata nella finale per il terzo posto e dunque potrebbe tornare a casa con la medaglia di bronzo. Non è la prima volta che tre squadre italiane conquistano la finale; era successo anche ai mondiali di Salonicco nel 2013, nelle stesse categorie, Over 40, 45 e 50. Allora fu un esaltante tris tutto d’oro, un risultato peraltro non facile da ripetere domani, nella domenica delle finali. Anche in Serbia le nostre formazioni confermano il loro ottimo valore, rispettate e anche ammirate soprattutto per la qualità del basket che sanno mettere in campo. Le tre finali di Novi Sad hanno motivi positivi particolari da sottolineare. Prima di tutto sono state ottenute in una terra benedetta dal dio del basket, e dove erano presenti in forze le squadre della Serbia padrona di casa e di Slovenia, Croazia, Montenegro, cioè della ex Jugoslavia, dove il basket è diffusissimo e tradizionalmente molto forte. In secondo luogo le formazioni italiane sono state formate in modo indipendente l’una dall’altra, a differenza di quanto avveniva una volta, quando la regìa era unica, quella di Ponzoni e Bucci. Tutto questo, si badi bene, è stato ottenuto senza aiuti da parte della Fip, o forse proprio per questo, visti i risultati che ottiene in campo internazionale. Le squadre presenti a Novi Sad sono state allestite grazie all’aiuto di piccoli sponsor, non di rado con sacrifici economici personali. Il resto, gli azzurri d’epoca lo fanno l’amore per il basket e la voglia di mettersi in gioco. E’ la grande passione che li spinge, adesso che hanno i capelli grigi come una volta quando imparavano a giocare sui campetti all’aperto, in partite che si protraevano pomeriggi interi. Inoltre – sia per educazione e formazione, sia ancora una volta per la passione – erano disposti, e lo sono ancor oggi, a sopportare sacrifici, molto più di quanto siano le generazione che sono venute dopo. Infine sono giocatori abituati a prendersi responsabilità, senza scaricarle ai giocatori stranieri: quelli che hanno militato nella serie A di una volta perché c’erano solo due stranieri per squadra; quelli provenienti dalle serie minori (come la Over 40 presente a Novi Sad) perché di stranieri non ne hanno proprio. Risultato: in rassegne europee e mondiali sono gli unici azzurri che portano a casa medaglie. Ma ora passiamo in rassegna le squadre approdate alle finali. Categoria Over 40 – La formazione è di estrazione in gran parte emiliana. Ha cominciato il cammino di questi Europei con una sconfitta di misura contro la Serbia B (93-89) e domani ritrova la stessa avversaria in finale. Questa la formazione: Maurizio Giusti, Gabriele Ruini, Max Colendi, Marco Rorato, Alberto Carati, Manuel Stignani, Mirk Calanchi, Andrea Sciarabba, Cristiano Grappasonni, Roberto Tortolini, Fausto Bernardelli, Tommaso Giannini. L’allenatore è Vincenzo Ritacca, già vincitore di medaglia d’oro e s’argento nel Maxibasket, che ha allestito la squadra. Fisioterapista Claudio Bretta, medico Andrea Stisni. Gli Over 40 sono stati i primi a disputare la finale. Hanno dato tutto in campo ma alla fine hanno dovuto piegarsi contro la forte formazione serba per 83-71. Categoria Over 45 – Questi azzurri sono il fiore all’occhiello dell’Italia del basket Over. Hanno cambiato diversi allenatori e patron, e il risultato è stato una spettacolare collezione di titoli europei e mondiali. Basti dire che dal 2007 non perdono una sola partita. Tutto questo dà una grossa responsabilità a Luca Allegrini, che è il patron della squadra – oltre che giocatore – e a coach Andrea Nobili. Formazione:Francesco Donati, Angelo Antonucci, Sylvester Gray, Pino Corvo, Gigi Delli Carri, Gianluca De Ambrosi, Massimo Zeppa, Luca Allegrini, Danilo Del Cadia, Gei Gei Capone, Steve Carney. Coach Andrea Nobili, medico dr. Gubinelli. La Slovenia è squadra bel attrezzata, la gara non sarà facile, ma i nostri hanno il favore del pronostico. Forse l’avversario più ostico. è alle spalle, cioè il Montenegro, battuto in semifinale dai nostri. Categoria Over 50– L’Italia B è la formazione azzurra che schiera i giocatori con la più lunga milizia nelle competizioni del maxibasket. Roberto Bullara e Peppe Ponzoni, hanno partecipato a edizioni di mondiali e europei addirittura dal lontano 2005. Poichè sono cresciuti e hanno vinto titoli e medaglie con coach Bucci, li abbiamo soprannominati ‘Bucci Old Boys’. Ponzoni, delegato Fimba, ha selezionato questa formazione: Stefano Sbarra, Giovanni Noli, Claudio Capone, Marco Solfrini, Mario Boni, Riccardo Esposito, Marco Tirel, Roberto Bullara, Fausto Bargna, Maurizio Venturi, Flavio Carera, Tullio Sacripanti. Coach Alessandro Azzarito, Team Manager Umberto Anzini, fisioterapista Giulio Ponzi. La finale di oggi contro la Serbia sarà durissima. E’ fissata a mezzogiorno, ed è visibile in streaming. Gli avversari hanno notevole statura internazionale (oltre che fisica) e individualità da sballo; ne citiamo tre: Stojkovic, Milic e Stevanov. Allo stesso livello dell’Italia B è giusto porre l’Italia A, che è uscita nei quarti dopo un derby tiratissimo con i cugini dell’Italia A, perso per soli due punti. Ecco la loro formazione: Alessandro Angeli, Robberto Gianni, Antonio Di Lella, Johnny Zonca,Romeo Tubertini, Luca Silvestrin, Ricky Morandotti, Giovanni Calcagnini, Massimo Sbaragli, Paolo Gherardi. Coach Claudio Gambini.
Ci siamo. Ultima curva e poi…rettilineo d’arrivo, con l’auspicio di tagliarlo ovviamente per primi. A dare il buon esempio sono gli Over 50, ma, alla fine, il bilancio risulta più che positivo.
Entusiasmante, ancora una volta, il bilancio delle squadre italiane agli Europei di Maxibasket di Novi Sad, in Serbia. Due medaglie d’oro sono finite al collo degli azzurri Over 50 e Over 45, e una medaglia d’argento è andata alla formazione Over 40. L’Italia fa così un altro passo avanti nel ranking mondiale del maxibasket, sia per la qualità del suo basket, sia per i successi che raccoglie nelle categorie più affollate e più difficili, Over 40, 45 e 50. Il bilancio finale fa torto, tuttavia, all’Italia, nel senso che nella categoria Over 50 avrebbe meritato una medaglia anche una seconda formazione azzurra, quella di estrazione bolognese vicecampione del mondo in carica, allenata da coach Gambini. Il regolamento Fimba peraltro non consente a due squadre della stessa nazione di partecipare alla finale, e dunque le due formazioni hanno dovuto scontrarsi nei quarti. Ne è uscita una partita bellissima, emozionante, protrattasi punto a punto, applaudita da giocatori, allenatori, appassionati. Alla fine sono stati premiati gli azzurri allenati per tanti anni da coach Alberto Bucci e a Novi Sad affidata a coach Alessandro Azzarito. Ma alla loro altezza va messa anche la formazione allenata da Gambini. Ai ‘Bucci Old Boys’ è toccato poi di fare il bis in finale con un’altra partita ricca di emozioni forti, di drammi personali, di capovolgimenti di fronte, di colpi di scena, e perfino di colpi proibiti, quando il serbo Milicevic ha perso la testa e ha aggredito il nostro Riccardo Esposito a calci. Poteva finire in rissa, evitata però per fortuna dagli altri giocatori delle due squadre che hanno dimostrato autocontrollo esemplare e fair play. L’episodio ha comunque fatto salire la tensione, già molto alta e ha aggiunto incertezza e thrilling in una gara che sembrava ideata da Hitchcock. L’Italia l’ha spuntata per un punto (66-65) dopo essere stata data per spacciata alla fine del primo quarto, chiuso sotto di 13 punti (10-23) e avere poi risalito la china stringendo i denti senza fino alla fine. Che cosa avesse appannato i nostri nel primo quarto è stato difficile da capire al momento. Timore, stress, stanchezza accumulata nel torneo non spiegano in modo convincente il rovescio iniziale. La difesa ha permesso ai serbi di imperversare da fuori Capone e Esposito, realizzatori da sempre prolifici, hanno cominciato con un demoralizzante 0 su 8 in due. L’unico a tenere in qualche modo a galla la barca azzurra è stato Mario Boni, sia al tiro, sia in difesa (alla fine sarà il nostro miglior rimbalzista, con 7 palloni recuperati). Ma lì per lì c’era poco da sperare. La spiegazione del rendimento così scarso degli azzurri è venuta dopo la gara. Dopo pochi minuti di gioco Capone aveva avvertito un dolore muscolare alla coscia sinistra, che diventava sempre più forte. “Io avrei voluto correre – ha detto dopo la partita – ma non ce la facevo. A un certo punto sono dovuto uscire”. Anche Boni e Sacripanti avevano guai fisici, il primo una contrattura muscolare, il secondo ginocchio in disordine. Nessuno dei due si era lamentato prima di entrare in campo, né aveva fatto drammi, semplicemente avevano stretto i denti, e via. Così come Venturi, che si trascinava i postumi di una botta alla spalla. Conoscendo se stessi e il proprio fisico, hanno fatto leva sulla forza dell’agonismo, oltre che sul proprio orgoglio. Capone ha dovuto aspettare tutto il secondo quarto in panchina; poi il dolore si è attenuato, ed è rientrato in campo, ritrovando subito la mira nel tiro da tre. Tutti gli acciaccati hanno trovato nelle loro grandi riserve di grinta e nella capacità di fare sacrifici la forza di andare avanti e addirittura di migliorare le proprie condizioni. In questo modo il distacco dalla Serbia è andato progressivamente riducendosi: sei punti (29-35) alla fine del secondo quarto, in cui Boni ha trascinato la squadra prima di uscire a riposarsi per il riacutizzarsi del dolore muscolare alla coscia. Tre punti (46-49) di distacco alla dine del terzo quarto, con Capone, Esposito, Bullara e Sacripanti a fare bottino. La svolta della gara all’inizio dell’ultimo quarto, quando la nostra panchina ha ordinato la difesa a zona 3-2. I serbi hanno faticato ad adeguarsi alla nostra zona, i nostri hanno recuperato palloni preziosi e Capone si è scatenato nel tiro da tre, da due, in entrata, dando inizio a un break di 14-0. Partita ribaltata. In vantaggio di 60-49 a sei minuti dalla fine, gli azzurro subiscono però la reazione dei serbi, che si portano sul 56-61 a 3 minuti dalla fine. A questo punto il fattaccio accennato all’inizio. Esposito subisce un fallo duro da Milicevic e protesta con lui. Il serbo, che ha giocato a Napoli e parla bene l’Italiano, perde la testa. Mentre Esposito è a terra gli tira una pallonata sulla schiena, poi le prende letteralmente a calci. Tutti i giocatori si precipitano accanto ai due e i serbi provvedono a neutralizzare Milicevic. Certo, Le proteste di Esposito devono essere state pungenti, dato che non è uno che le manda a dire, ma nulla giustifica la reazione violenta di Milicevic La reazione serba non si ferma, 65-63 a un minuto dalla fine. A 42” dalla fine il punteggio è di 66-65. La difesa azzurra resiste, ed è il trionfo. Dopo la gara, dopo i festeggiamenti innaffiati con lo spumante del nuovi sponsor, gli italiani riprendono la via di casa. Venturi arricchisce la sua collezione di medaglie d’oro, che adesso è a quotA 8: sempre meno, tuttavia, di quella di Ponzoni, che ha vinto come giocatore, coach, organizzatore, e che è il padre riconosciuto del maxibasket in Italia. Boni, Capone e Sacripanti zoppicano. Esposito ha il ghiaccio sul polso per una sospetta frattura rimediata per un calcio. Ma sono strafelici. Ecco infine il tabellino degli azzurri: ITALIA-SERBIA 66-65 (10-23; 29-35, 46-49, 66-65) Boni 15, Sbarra 3, Noli, Capone 14 (4 su 6 da 3); Solfrini, Esposito, Tirel 3, Bullara 5, Bargna, Venturi 6, Carera 2, Sacripanti 5. Coach Azzarito con Anzini
E sono altre tre, di cui due del metallo più pregiato! Un altro successo, un altro trionfo, un’altra legittimazione dello strapotere tricolore. Il tutto alla vigilia dell’evento più atteso, il Mondiale in terra italiana. Si torna a casa, insomma, per aggiungere un’altra pagina di storia a questo bellissimo libro.
Carlo Audino