Per riprendere il filo, ricapitoliamo quanto successo finora. L’Italia ha quattro rappresentative in semifinale, Over 40, 50, 55, 60 e 65, una sesta che sarà impegnata nella finale per il terzo posto, l’Over 70, sconfitta nel penultimo atto dagli americani, e una, l’Over 45, che continua la sua marcia semi-immacolata nella parte di tabellone che assegna l’undicesimo posto. Permetteteci di dire sin da ora che, una volta in più, i nostri maxi-atleti hanno confermato come l’Italia sia diventata ancor più una superpotenza. Ma le soddisfazioni non finiscono qui perché le medaglie sono in arrivo.
Quattro finali su cinque. Un poker d’assi prezioso per quella che domenica sarà l’ultima mano, quella decisiva. Il mondiale Maxibasket di Montecatini è sempre più azzurro. Ma prima che il disegno si completi occorre l’ultimo sforzo. Quello più difficile, quello più duro: la finalissima, la sesta partita in dieci giorni, come nella Nba, per intenderci.In questo senso domani si prospetta per tutti una giornata all’insegna del riposo e dei massaggi. In particolare gli atleti Over 50 e 55 si metteranno completamente nelle mani esperte del team guidato dal bolognese Giacomo Borsari, fisioterapista capo dei Chicago Bulls.
Domenica la resa dei conti. Per tutti. Ma andiamo con ordine.
OVER 60 – La giornata comincia con la selezione Over 60 in campo già alle 9.30 contro la Germania, nella prima semifinale in programma. Vittoria di misura, ma meritata, per 57-51 in una partita molto equilibrata e spezzata dal break azzurro tra la fine del secondo e l’inizio del terzo quarto. Tra i protagonisti Beppe Ponzoni, autore di 20 punti. Domenica in finale sarà durissima contro gli americani, alle 11.30 al PalaCavani
OVER 55 – Altrettanto combattuta, ma con punteggio nettamente a favore degli azzurri, la semifinale tra Italia e Germania Over 55, iniziata alle 11 e finita 63-50. Al contrario delle ultime due uscite, Solfrini e compagni partono a razzo già dai primi minuti nonostante Chris McNealy sia costretto a uscire per un risentimento all’adduttore. Proprio il Solfro si scatena, segna 6 dei suoi 11 punti nel primo quarto ed è ben coadiuvato da capitan Tirel, subito in doppia cifra con tanto di bomba nel finale di quarto, che finisce 24-14. E’ il secondo periodo il momento più difficile per gli azzurri, che subiscono un break dai tedeschi, bravi a non mollare mai e a ridurre il passivo di soli due possessi. Ma è un fuoco che dura poco.
L’Italia riprende in mano la partita a 4’ dall’intervallo, chiude avanti di nove e riesce per tutta la ripresa a respingere ogni tentativo di rimonta dei coriacei tedeschi, il cui spirito combattivo trasforma la gara in una grande battaglia, pur sempre corretta. Nel secondo tempo segnaliamo tra i protagonisti Davide Ceccarelli, grande uomo squadra che con McNealy out trova minuti importanti in campo: lui ricambia segnando una tripla che infiamma il Pala Brizzi e subendo un netto sfondamento in difesa in un momento chiave della partita. Alla fine è Tirel il miglior realizzatore con 16 punti e tre triple, ritrova la via del canestro anche Trotti che a referto ne segna 11. Domenica per la medaglia d’oro la palla a due sarà alle 11.30, contro la Slovenia.
OVER 50 – E’ stata la partita del grande duello Carera-Volkov. Il capitano della Nazionale d’argento agli Europei del ’99 di Barcellona contro uno dei più forti giocatori russi di tutti i tempi, visto anche a Reggio Calabria e nella Nba agli Atlanta Hawks. Italia-Ucraina però è una partita sostanzialmente dominata dagli azzurri, che chiudono con un netto 83-66 una gara senza storia iniziata alle 12.30. Le accelerazioni di Angeli, ancora una volta top scorer con 26 punti, i tiri da fuori di Capone e Bullara, rispettivamente 15 e 10 a referto più una difesa sempre solida e ordinata guidata da Carera e un Mario Boni perfetto nel ruolo di uomo squadra non hanno lasciato scampo a un’Ucraina nettamente inferiore sia sul piano tecnico che soprattutto su quello atletico. In finale, domenica alle 15 c’è da affrontare la Russia, che in mattinata ha battuto la Serbia 58-56 e che ai quarti di finale è stata capace di demolire gli Stati Uniti 74-40.
OVER 40 – Ucraina anche per l’Over 40 azzurra nella semifinale che si è giocata alle 17.Ma anche in questo caso è stata l’Italia a qualificarsi in finale con il punteggio di 63-47 dopo un primo tempo combattuto e una ripresa in cui la nazionale allenata da Vincenzo Ritacca ha letteralmente ingranato la quinta, lasciando agli avversari solo le briciole e inchiodandoli a un parziale di 34-19. Domenica in finale affronterà la vincente tra Croazia e Argentina.
OVER 65 – Se la semifinale Over 60 fra Germania e Italia ha mostrato il lato più positivo del maxibasket, la partita dell’Italia Over 65 contro i pari età del Costa Rica nel girone di consolazione ha mostrato il lato meno gradevole. Gli azzurri avevano di fronte una formazione di livello mediocre, e si pensava che avrebbero chiuso abbastanza in fretta la gara, così lasciando questi mondiali con il sapore dolce della vittoria. E invece l’Italia Over 65 di coach Zorzi è riuscita nell’impresa di perdere una partita che sulla carta aveva ogni probabilità di essere vinta. La tattica è riuscita in tre mosse.
Prima mossa: i centramericani, inferiori a nostri in fatto di statura e anche di talento, avevano però tiratori discreti. Ma l’Italia – per la prima volta in questi mondiali – si è schierata in difesa a zona. I costaricani non aspettavano altro, e alla fine l’hanno spuntata. Seconda mossa, pochi cambi : gli azzurri, che nei primi due quarti si erano portati in avanti (24-16 al riposo), hanno cominciato ad accusare la stanchezza. Ma cambi non ne sono stati fatti. Tre giocatori sono rimasti in panchina inutilizzati e uno ha giocato pochi minuti assistendo al lento sgretolamento della resistenza italiana. Alla fine del terzo quarto Quercia, sfinito, ha chiesto il cambio per poter riposare un po’. Terza mossa: mai gli azzurri hanno tentato il gioco in velocità, tradizionale arma delle squadre nostrane, ma si sono attardati in manovre lente e macchinose, lasciando in pratica al solo Quercia il compito di segnare. I costaricani hanno preso coraggio, hanno rimontato lo svantaggio superando la nostra zona col tiro da fuori e nell’ultimo quarto, a quattro minuti dalla fine, hanno agganciato gli azzurri (35-35). A un minuto e mezzo dalla fine sono passati in vantaggio (37-39) e non sono stati più ripresi. Gli azzurri hanno così chiuso il torneo di consolazione nel peggiore dei modi: sconsolati.
Qui sotto i tabellini delle partite.
Semifinali Over 50: Italia-Ucraina 83-66
Calcagnini, Angeli 26, Capone 15, Esposito 6, Boni 9, Dalla Libera 9, Bullara 10, Montecchi 8, Noli, Venturi. All. Bucci
Semifinali Over 55: Italia-Germania 63-50
Sbarra 9, Trotti 11, Gianni 4, Magni, Schiavi 1, Tirel (c) 16, Silvestrin 8, Solfrini 11, McNealy, Ferrari, Porto, Ceccarelli 3. All. Bucci
Semifinali Over 60: Italia-Germania 57 – 51
Marchetti 4, Maccheroni 7, Boniolo 2, Magaddino 14, D’Orsi 10, Cervino 2, Marino 2, Ponzoni 14, Giani G., Giani S., Cagnazzo 2, De Angelis.
Semifinali Over 60: Italia-Costarica 40-44
Quercia 22, Talamas 2, Papetti, Maresca 2, Paccapelo, Motta, Schiavon 4, Napolitano 8, Giannini, Tomasella, Trevisan 2.
Un peccato non aver fatto un en-plein che poteva essere tranquillamente raggiunto. Ma la testa rimane comunque alta. Per tutti. Nessuno escluso.
Due medaglie d’oro. Due medaglie d’argento. E’ un’Italia scintillante quella che chiude i mondiali Fimba di Montecatini, che chiude l’edizione con un grande afflusso di pubblico, un totale di quasi 40mila persone in dieci giorni di grande pallacanestro con seimila atleti e 367 partite giocate. L’attesissima Over 50 di Mario Boni si impone 69-65 contro la Russia in una partita giocata punto a punto fino all’ultimo secondo e sale così sul tetto del mondo un anno dopo aver conquistato l’Europa a Novi Sat, in Serbia. Grande risultato anche per l’Over 40 di Leonardo Busca e Max Monti, che doma nella finalissima l’Argentina 85-61. Infine, onore all’Over 60, che cade contro gli Stati Uniti 80-53, e all’Over 55, che nulla può contro i fortissimi sloveni di Slavko Kotnik, visto a Venezia nel 93-94 e autentico dominatore della partita con 27 punti finali.
OVER 50 – Tutti i riflettori sono puntati sulla squadra allenata da Alberto Bucci e guidata dagli idoli locali Mario Boni e Flavio Carera. Di fronte la Russia, che si dimostra subito forte, atletica e tecnica. La partenza è contratta per gli azzurri ma due siluri da fuori di Claudio Capone riportano l’equilibrio nel primo tempo, dove un paio di accelerate del solito Angeli, miglior realizzatore con 21 punti, danno l’illusione della fuga azzurra subito respinta al mittente dagli avversari. Splendido il duello tra il play tascabile nato a Rimini e il pari ruolo russo Iaichun, veloce e preciso al tiro proprio come Angeli. Si va a riposo con l’Italia avanti di sei e Boni con già 3 falli. Nella ripresa Super Mario commette subito il quarto e Bucci è costretto a farlo uscire. Tra i protagonisti spicca anche Carera, con la sua solita difesa d’acciaio e incisivo anche in attacco, alla fine segna sette punti e rispolvera anche il suo leggendario semigancio. La Russia però non molla un centimetro, nell’ultimo quarto arriva ossigeno importante da Bullara, anche lui in doppia cifra con dieci punti, Montecchi ed Esposito, freddo dalla lunetta ed efficace anche nella metà campo difensiva a dispetto di un piede gonfio come un pallone. Dalla Libera cattura l’ultimo rimbalzo prima del disperato tentativo dei russi di andare a canestro con una preghiera da metà campo. L’Italia è campione del mondo.
OVER 55 – Nulla da fare per Tirel e compagni contro una Slovenia troppo forte e molto più riposata, avendo giocato una partita in meno e dal percorso decisamente meno complicato, avendo affrontato due squadre della Moldavia tra ottavi e quarti per poi avere la meglio in semifinale in un derby tutto sloveno. Gli azzurri si presentano con McNealy a mezzoservizio, anche Ceccarelli e Tirel non sono al cento per cento. Ciò detto nulla toglie al merito degli avversari, che dominano a rimbalzo, forzano tantissime palle perse agli azzurri controllando senza troppi patemi l’intera partita. Solfrini e Sbarra gli ultimi a mollare, autori rispettivamente di 10 e 12 punti. Menzione di merito al leader della Slovenia Slavko Kotnik, 27 punti, alla Reyer Venezia nel 1994, l’anno della retrocessione.
OVER 40 – Campione del mondo anche l’Italia over 40 di coach Vincenzo Ritacca, che batte agevolmente l’Argentina 85-61 al Palavinci di Montecatini. Una grande soddisfazione per un gruppo a forte trazione bolognese, vista la presenza, oltre che del coach, di giocatori quali Colendi, Calanchi, Tassinari e Stignani.
OVER 60 – Onore e grandi complimenti vanno infine all’Over 60 allenata da Tonino Zorzi, che niente può contro gli Stati Uniti. 80-53 il punteggio finale, per una medaglia d’argento comunque da considerarsi un grande risultato per una squadra che ha divertito il pubblico locale in ogni singola partita.
Qui sotto i tabellini delle partite.
fINALE OVER 50: ITALIA – RUSSIA 69-64
Angeli 21, Dalla Libera 7, Carera 7, Esposito 7, Capone 10, Boni 3, Montecchi 4, Bullara 10, Noli ne, Venturi ne, Calcagnini ne. All. Bucci
Italia campione del mondo Fimba Over 50
FINALE OVER 55: ITALIA – SLOVENIA 50-64
Gianni 6, Sbarra 12, Trotti 3, Ferrari, Schiavi 5, Magni 2, Tirel 2, Solfrini 10, Silvestrin, Porto 2, Ceccarelli, McNealy 8. All. Bucci
Slovenia campione del mondo Fimba Over 55
Come detto, una bella ingurgitata! Due scettri mondiali che restano in mano agli italiani e due piazze d’onore che gratificano comunque tutto il lavoro fatto. Bravi azzurri, bravi davvero! Ma non finisce qui, perché ci sono due nostre portacolori che meritano quanto loro, pur non avendo una medaglia al collo. L’Over 70, che sfiora il bronzo ma deve cedere in volata al Brasile, e l’Over 45 che ha onorato fino in fondo questa manifestazione chiudendo undicesima con una sola sconfitta all’attivo: quella maledetta partita contro il Montenegro.
L’Italia Over 70 ha sfiorato l’impresa di conquistare ai mondiali la medaglia di bronzo, sfumata per un solo punto (45-44) contro il Brasile. Per gli azzurri era la prima esperienza in una competizione di maxibasket: ne sono usciti a testa alta, dopo aver dato tutto, ma proprio tutto, buttando sul parquet del PalaTerme energia, sudore, grinta, rabbia, e tanto, tanto cuore. Ora tutti sono un po’ stufi di uscire a testa alta con sconfitte onorevoli; ora vogliono uscire a testa bassa, ma chinando il capo per ricevere al collo la medaglia d’oro. E già si pensa alla prossima occasione, i campionati europei dell’anno prossimo a Maribor in Slovenia (22-30 giugno 2018). La partecipazione dei nostri azzurroni a questi mondiali in Toscana merita comunque un applauso, che diventa una standing ovationse si pensa che cinque fra i componenti della formazione Over 70 hanno più di 75 anni, e dunque appartengono alla categoria Over 75.
Un solo punto sotto il Brasile alla fine della sfida per il terzo posto, con almeno tre buone occasioni nell’ultimo minuto per segnare e portare a casa la medaglia di bronzo anziché quella di color verdino che qui dànno alla squadra quarta classificata. Buone occasioni? Non esageriamo, più che buone: due entrate sbagliate per un soffio a un metro dal canestro brasiliano: una di Ceper, e un’altra di Cavallini. Errori fatali, certo, ma più che comprensibili per l’enorme stanchezza che pesava su di loro, dopo una gara tiratissima.
Ancora una volta merito a loro. Come a JJ Capone e compagni.
Alla fine comunque abbiamo conquistato il piazzamento migliore possibile. L’Italia Over 45 conquista l’undicesima piazza ai Mondiali di Montecatini sconfiggendo la Slovenia nella finalina 77 – 74. Una partita vera giocata senza esclusione di colpi, con tanta fisicità come tutti gli altri match disputati contro delle formazioni dell’ex Jugoslavia. Come se non bastasse, a cercare di mettere il bastone tra le ruote dei nostri portacolori ci si sono messi gli arbitri ma soprattutto la sfortuna: con capitan Capone ancora ai box per il problema alla spalla, l’Italia ha perso ancor prima del match Danilo Del Cadia e Alejandro Gomez e durante la contesa prima Pino Corvo per uno stiramento di lieve entità all’inguine, e poi Gianluca De Ambrosi per un risentimento alla coscia, quella che gli aveva fatto saltare l’opening game con l’Ungheria. “Nonostante gli infortuni e gli arbitri che hanno rischiato di rovinare una bella partita con alcune decisioni alquanto dubbie, siamo stati uniti e determinati, riuscendo a conquistare comunque la vittoria – commenta JJ Capone –. Volevamo a tutti i costi concludere con un successo, anche per onorare sino in fondo il torneo: abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo, mostrando carattere e superando anche tutti i momenti di difficoltà, sia fuori che in campo”. Rimane, ancora una volta, il rammarico per una posizione che non rispecchia affatto quello che è il valore della nostra rappresentativa.
Dopo 58 vittorie dal 2011, infatti, quella sconfitta con il Montenegro ha fermato una striscia di imbattibilità tra le più lunghe nella storia. Ma ha anche privato gli azzurri di una medaglia che, qualora fossero stati rispettati i valori in campo, sarebbe dovuta essere loro: non erano i quarti, nemmeno semifinali o finali, era una “semplice” partita dei gironi. Alla fine a laurearsi Campione del Mondo è proprio quel Montenegro che ha punito i nostri ragazzi. “Questo Mondiale, con la prima sconfitta dopo anni di successi, spero non sia l’ultimo capitolo di una bellissima storia – continua Capone –. Nonostante qualche incomprensione, rimaniamo un bel gruppo che è stato bene insieme. Gran parte del merito va a Luca (Allegrini, ndr), il vero artefice di questa rappresentativa che meritava sicuramente di più in questa rassegna iridata. Come abbiamo più volte sottolineato, la formula è stata troppo penalizzante: speriamo non si ripeta”.
A conclusione di questa manifestazione, rimane l’amaro in bocca. Prima o poi, purtroppo, si sa che anche i titani possono inciampare. Ma una battuta d’arresto non cambia la sostanza di un gruppo che in questi sei anni ha toccato tutti i vertici massimi del MaxiBasketball, come sottolinea ancora Gei Gei Capone: “Sebbene non ci sia il lieto fine, siamo stati una grande dinastia. Io sono orgoglioso di essere stato il capitano designato dai ragazzi stessi per tutti questi anni. Speriamo che non si concluda qui questa parentesi, ci sono impegni importanti che ci aspettano, ma soprattutto spero che questa bellissima favola abbia il suo seguito”. Ora ci sarà un’estate intera che farà riposare questi “vecchietti terribili” per renderli pronti sia per l’inizio della prossima stagione agonistica che per il prossimo appuntamento dove, siamo sicuri, si presenteranno ancor più affamati: Osaka, sede della prossima Word League, è avvisata!
Non vogliamo dilungarci troppo, di parole ne sono state spese già molte. Basta una citazione: “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta!”. E, fidatevi, questo è solo un nuovo inizio di una splendida avventura che ha Osaka prima e Maribor poi nel mirino. Oltre ad avere un’importanza più che notevole anche fuori dal campo. Credetemi, il libro di questa bellissima storia avrà tante altre belle pagine da scrivere. Evviva la pallacanestro, a qualsiasi età, senza limiti di alcun tipo.
Carlo Audino
(4-fine)