“Ma la televisione ha detto che il nuovo anno,
Porterà una trasformazione,
E tutti quanti stiamo già aspettando”
I versi della magnifica “L’anno che verrà” di Lucio Dalla sembrano perfetti per descrivere il sentimento dei tifosi dei Clippers.
L’offseason dei “Velieri” finora è stata quasi minimalista, lontana da ogni idea di rafforzamento del roster. La partenza di DeAndre Jordan ha sancito definitivamente la fine di “Lob City” e ha concluso l’opera di ricostruzione, partita con la cessione di Chris Paul, l’anima della squadra che solo qualche anno fa primeggiava nella Western Conference,.
Per noi europei – abituati alle spese pazze del calcio e al “fair play finanziario” facilmente aggirabile – l’approccio americano alla gestione di una squadra professionistica, condizionato com’è dagli aspetti finanziari legati al Salary Cap, risulta spesso di difficile comprensione. Se ad una prima valutazione è indubbio che il lavoro del G.M Gary Sacks ha indebolito la squadra, spostando l’orizzonte temporale di soli 12 mesi, e adottando un criterio che tenga conto di una pianificazione che deve coniugare i risultati sportivi ad un’oculata gestione del Cap, la valutazione è ben diversa.
Infatti, i Clippers si sono assicurati ben 70 milioni di dollari di spazio salariale per la prossima estate e si candidano ad essere una delle squadre protagoniste del mercato. L’obiettivo è acquisire due delle tante superstar che nel 2019 avranno il contratto in scadenza. Qualche nome: Kawhi Leonard, Kevin Durant, Klay Thompson, Jimmy Butler, Kyrie Irving e Kevin Love.
La posizione più affascinante riguarda sicuramente Leonard. La stella degli Spurs è il nome più caldo e lo resterà finché non sarà consumato il suo divorzio da San Antonio. I Clippers potrebbero inserirsi nella corsa a Kahwi offrendo tanti soldi, il ritorno nella sua California e la presenza di Lou Williams, il nostro Danilo Gallinari ed un’altra stella del ricchissimo mercato 2019.
Da seguire anche la situazione della coppia Irving-Butler, finita al centro dell’attenzione dopo che sui media è emersa una voce sul loro presunto desiderio di giocare assieme. E cosa ci sarebbe di meglio del glamour di L.A e del derby con i Lakers di James?
Suggestioni estive, ma la storia della N.B.A insegna che a volte le suggestioni sono molto più concrete di quanto sembri.