Se c’è una squadra che dal turbinio delle firme dei primi di luglio è rimasta scottata, sono senza dubbio i New Orleans Pelicans. A maggio il general manager Dell Demps aveva dichiarato: “la storia dice che la continuità è sempre indice di funzionalità, ed è questo che vogliamo ottenere”. Purtroppo le buone intenzioni del front office si sono scontrate con la dura realtà di una fiducia evidentemente non ricambiata. Il 2 luglio, infatti, mentre i Pelicans pensavano di essere ancora in corsa per la firma del loro free agent DeMarcus Cousins, è arrivata la prima doccia fredda: Cousins aveva trovato l’accordo per 5.3 milioni di dollari (meno di quanto gli avessero offerto a New Orleans) con i Golden State Warriors.
Vabbè – hanno pensato i tifosi della Louisiana per consolarsi – in fondo con lui la squadra vinceva meno, e la rimonta verso i playoffs è cominciata dopo il suo infortunio al tendine d’Achille, quando in quintetto è stato messo Rajon Rondo. Il playmaker ex Celtics aveva reso possibile a coach Alvin Gentry lo spostamento di Jrue Holiday nello “spot” di guardia, dando il “la” alla resurrezione della squadra: l’importante è che torni lui.
Seconda doccia fredda: Rajon Rondo non torna. Gli 8.6 milioni della mid-level exception non sono sufficienti, i Los Angeles Lakers gliene offrono 9 per giocare a fianco di LeBron James, e lui accetta.
Le ventiquattr’ore più scioccanti nella storia della franchigia, con Demps che corre ai ripari e si assicura Elfrid Payton e Julius Randle. Sicuramente due giocatori validi, ma neanche lontanamente paragonabili a quelli che se ne sono andati. Il problema poi non è solo legato al saldo negativo in termini di talento, ma anche alla perdita di credibilità da parte del front office: fra 12 mesi il contratto di Anthony Davis sarà in scadenza, e questa volta “The Brow” potrebbe scegliere nuovi terreni di caccia, dopo aver constatato come Demps sia rimasto in balia degli eventi.
Certo, Davis ha sempre dimostrato grande lealtà nei confronti della franchigia e dei tifosi della “Big Easy”, ma la passività dimostrata dal front office a inizio luglio ha messo a dura prova la sua fiducia e potrebbe aver piantato il seme del dubbio, soprattutto mentre i Warriors diventano più forti, i Lakers rinascono, i Celtics crescono…tutte squadre che non avevano fatto mistero di voler vedere Anthony indossare la propria maglia.
La partenza di Cousins e Rondo potrebbe essere l’inizio dell’addio a Anthony Davis, a meno che Demps e Gentry non riescano a consolidare il rapporto con il loro giocatore-franchigia, un rapporto che però non erano riusciti a creare con chi se n’è andato.