Non è certamente facile per i tifosi dei New York Knicks essere ottimisti, sia guardando il recente passato che provando ad immaginarsi un futuro prossimo ricco di soddisfazioni.
Dopo l’ultimo titolo nel 1973, le sole cinque apparizioni nei playoff a partire negli anni 2000, una sola serie vinta 6 anni fa ed il proprio miglior giocatore Kristaps Porzings ai box per un grave infortunio al crociato, un minimo di scetticismo può essere anche concesso al tifoso medio della Big Apple.
I fischi alla lettura del nome di Kevin Knox come nona scelta assoluta del draft 2018, sono la logica conseguenza di questa frustrazione accumulata negli anni, anche perché il medesimo trattamento era stato riservato allo stesso Porzingis. In verità molti avrebbero preferito Michael Porter Jr, considerato più pronto dell’intrigante prospetto da Kentucky.
“Voglio diventare rookie dell’anno. Ce l’ho scritto sulla parete della mia camera da letto ed ogni volta che mi alzerò la mattina avrò sotto gli occhi l’obiettivo. Voglio cancellare questi fischi e lo scetticismo sul campo. Mi eccitano le sfide. Mi esalta quando segno un canestro in trasferta ed i fischi del pubblico di casa si trasformano in silenzio”.
In verità la Summer League di Las Vegas ha già trasformato le perplessità dell’ambiente in cauto entusiasmo e quindi qualche detrattore ha già cambiato opinione. Il 18enne di Phoenix ha viaggiato a 21,3 punti e 6,5 rimbalzi di media in 4 partite, lasciando intravvedere sprazzi del suo incontestabile talento.
Knox è sostanzialmente un esterno di 2.06 che sa usare i suoi centimetri per crearsi un tiro in isolamento (soprattutto da 3) o in uscita dal blocco, ma sa anche chiudere al ferro e soprattutto usare la sua statura contro i diretti avversari, quasi sempre più bassi.
L’accostamento più immediato sarebbe quello con Kevin Durant, ma coloro che ne evidenziano i difetti lo vedono più simile ad un Jeff Green, giocatore di talento, ma troppo spesso incostante, inconsistente e con la testa fuori dalla partita.
“Adoro Durant, sa fare tutto: tirare, segnare, passare, prendere rimbalzi e difendere. Posso diventare come lui? Certamente!”.
La strada per diventare come il fenomeno dei Warriors è lunga e l’ambizioso ragazzo dell’Arizona deve fare in fretta perché gli esigenti tifosi del Garden hanno terminato la pazienza e non vorrebbero vivere un’altra stagione ai margini della Lega.