Come certe atmosfere dello psichedelico film del ’98 con Tohnny Depp e per la regia dell’imprevedibile Terry Gilliam: “Paura e delirio a Las Vegas”.
Il paragone è grottesco ma può rendere l’idea dei quindici giorni trascorsi da Paolo Galbiati al seguito della Summer League nella scintillante città sala giochi del Nevada.
Un caldo intenso fuori, aria condizionata a 15 gradi dentro. Visioni e miraggi. Giocatori da sogno e obiettivi di mercato.
Tanto lavoro al seguito delle squadre e soprattutto dei giocatori: per Galbiati la giornata tipo americana è stata scandita fin dal mattino dal computer su cui annotare i dati tecnici dei migliori talenti e dal telefono per aggiornare Larry Brown, impegnato in un clinic della Nba in Brasile, di ogni dettaglio.
Dall’alba alla notte fonda. Al seguito delle ricerche di Francesco Forni sul mercato americano. Poco spazio al relax, nessuna concessione alle attrazioni di Las Vegas.
Coach Galbiati, che esperienza è stata?: “Molto particolare, essere nella capitale universale del gioco e del divertimento e lasciare sullo sfondo questo incredibile mondo è stato surreale. Ma non lo dico con rammarico, se c’è un’immagine che mi è rimasta impressa è quella delle file di disabili in carrozzina in coda per giocare alle slot machine”.
Lei e Francesco Forni siete stati sempre in contatto con Larry Brown?: “Ci sentivamo tutti i giorni e le prime impressioni sono state confermate: un personaggio straordinario soprattutto per la grande disponibilità e per l’atteggiamento umile nonostante la sua enorme competenza. C’erano agenti che gli proponevano continuamente giocatori e lui, con le idee chiarissime, ci metteva in contatto con chiunque. Sono state giornate stimolanti”.
La Fiat ha puntato ancora sul talento: Royce White può rivelarsi un campione?: “Abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con tanti addetti ai lavori e siamo stati rasserenati sui problemi del passato di Royce. Si tratta di un giocatore fuori dalla norma.”
Quali caratteristiche avrà il nuovo gruppo della Fiat Torino?: “Un gruppo molto alienabile, nel senso che ci sono tanti rookies o giocatori al primo passo in una realtà nuova, ma anche italiani con qualità tecniche e al tempo stesso ottime persone. L’età non è un problema. Cusin? L’avevo seguito nei playoff e ne ero rimasto entusiasta per l’atteggiamento e il contributo alla squadra: avevo telefonato subito a Francesco per affrettarne l’acquisto. Noi coach dovremo essere bravi ad aiutare i nuovi a trovare subito la giusta direzione. All’inizio magari ci sarà da soffrire, è normale. L’importante però sarà divertirsi.”
Dobbiamo temere l’effetto Blue? Grandi aspettative disattese?: “Qui siamo di fronte a giocatori scelti in fase di pre-season, non catapultati in una stagione già avviata con aspettative da salvatori della patria, Abbiamo tempo e lo sfrutteremo”.
A partire dal 16 agosto, la squadra prenderà contatto con il PalaVela (a proposito, oggi è il giorno del su il sipario) prima di trasferirsi a Bormio. Rimpianti sul mercato?: “Siano sereni e contenti, abbiamo lavorato con attenzione ed efficacia. Nessun rammarico per chi non è arrivato perché abbiamo sempre tenuto presente il budget.”
Fonte: Corriere Torino