L’estate 2018 a Los Angeles sarà ricordata per la campagna acquisti molto aggressiva orchestrata da Magic Johnson e Rob Pelinka. L’arrivo a Hollywood di LeBron James, il tentativo di affiancargli Paul George e Kahwi Leonard, le firme di Rajon Rondo, Lance Stephenson, JaVale McGee e Michael Beasley hanno causato un’ondata di entusiasmo tra i tanti tifosi, desiderosi di assistere finalmente ad una stagione di alto livello dei loro amati Lakers.
Ma le mosse del management losangelino, l’interesse e la curiosità per i nuovi arrivi non devono far dimenticare quel gruppo di giovani che, solo quattro mesi fa, ha chiuso la stagione in modo molto convincente. I vari Lonzo Ball, Brandon Ingram, Kyle Kuzma e Josh Hart saranno pedine molto importanti per coach Luke Walton, ed il loro rendimento sarà decisivo tanto quanto quello dei nuovi arrivi per il raggiungimento dei playoffs nella durissima Western Conference.
Proprio Hart è un nome molto caldo a L.A. Con le sue prestazioni nella Summer League è riuscito nell’impresa di distogliere, seppur parzialmente, l’attenzione dalla campagna acquisti. A Las Vegas ha trascinato i Lakers fino alla finale (persa contro i Blazers), ha segnato ben 22,4 punti di media ed è stato il protagonista della partita più bella della manifestazione e, nella vittoria in doppio overtime contro i redivivi Cavs di Collin Sexton, ha annichilitio gli avversari con 37 punti ed un incredibile 6/15 dall’arco dei tre punti. Alla fine ha conquistato il meritato premio di MVP della Summer League, non sono solo per le ottime statistiche ma anche per la completezza tecnica, la solidità in ogni aspetto del gioco e la maturità mostrate.
Anche Magic Johnson si è dichiarato molto soddisfatto, ed in un’intervista ha esplicitamente parlato della candidatura ad un posto da titolare per la prossima stagione dell’ex Villanova. L’attestato di stima di una leggenda come Magic rappresenta anche il riconoscimento all’attitudine, alla dedizione ed all’amore per il gioco che, come ogni estate, ha spinto Hart a chiudersi in palestra per lavorare sui suoi punti deboli e presentarsi come un giocatore migliore al training camp.
Già gli anni universitari furono caratterizzati da una crescita continua: arrivato al campus di Villanova “in punta di piedi”, al secondo anno si distinse come il miglior sesto uomo della Big East, ma furono il terzo e quarto anno a proiettarlo in orbita NBA. Da junior fu il leader della squadra che ha vinto il titolo NCAA, mentre nell’ultimo stagione al college venne nominato nel primo quintetto All American (assieme a Frank Mason, Caleb Swanigan, Lonzo Ball e Justin Jackson), nonché miglior giocatore e miglior difensore della Big East, sancendo definitivamente il suo status di giocatore pronto per la Lega.
La carriera tra i pro sembra proprio seguire la stessa parabola. Dopo un anno rookie promettente (7 punti, 4 rimbalzi e il 40 % dall’arco), quest’anno potrebbe entrare in quintetto e superare nelle gerarchie di coach Walton giocatori ben più pubblicizzati. Alcune caratteristiche di Hart sembrano perfette per l’ingresso nello starting five: la versatilità, l’efficacia al tiro e la propensione difensiva lo rendono il profilo ideale da affiancare a “King James”, in un quel ruolo di “3 & D” tanto enfatizzato in questi anni. Da non sottovalutare anche l’abitudine alla vittoria forgiata a Villanova, una delle squadre più vincenti della NCAA negli ultimi anni.
Un’abitudine che i tifosi ed il management gialloviola sperano continui anche nella NBA a partire proprio dalla prossima stagione, l’anno della rinascita del Lakers.