Jabari Parker è seduto tranquillamente nella “green room”, la sala dove i migliori prospetti attendono la chiamata del Commissioner. Sa già che Milwaukee lo chiamerà alla numero due del Draft 2014. I Bucks sono la sua destinazione preferita, non ha voluto neanche fare un secondo provino con i Sixers per non smuovere troppo le acque. Per una volta la città del Wisconsin è una meta desiderata da una potenziale star, e non un luogo troppo freddo o troppo “noioso” da cui scappare. Ma già in quel desiderio di accasarsi ai Bucks si nascondeva già la volontà di non allontanarsi troppo da Chicago, la sua Chicago.
Jabari non è solo un “chicagoano”, è uno dei suoi figli prediletti, una leggenda del basket scolastico, un nome che aleggia nell’aria da quando aveva dodici anni. Nei suoi anni alla Simeon High School – la stessa di Derrick Rose, Nick Anderson e Benji Wilson, il giocatore di cui abbiamo letto solo qualche giorno fa proprio sul sito di Super Basket– è riuscito a vincere quattro titoli statali ed essere nominato per due volte Mister Basketball per l’ Illinois, entrambe imprese mai accadute né prima né dopo . Non a caso Sport Illustrated lo definì “Il miglior giocatore di liceo dopo LeBron James” quando gli dedicò la copertina nel maggio del 2012. Un’etichetta pesante per un adolescente, ma non per Parker che, grazie agli insegnamenti del padre Sonny (ex giocatore NBA a fine anni 70), si distingueva non solo per il talento ma anche per una maturità invidiabile per l’età.
Il legame con la città è sempre stato fortissimo, e per questo non sorprende che, appena si è presentata l’occasione, abbia scelto di tornare in un ambiente familiare dove poter ritrovare quel calore, quella serenità e quel supporto necessari per rilanciare la sua carriera. Jabari spera che i Bulls rappresentino la squadra della rinascita e della consacrazione a livello NBA.
Si, perché Parker nei pro non ha mai convinto pienamente, anche prima dei due gravissimi infortuni alle ginocchia. Entrato nella Lega come uno dei più forti attaccanti del panorama collegiale, dotato di un bagaglio tecnico molto raffinato – perfezionato guardando i filmati osservando Oscar Robertson, il suo giocatore preferito, e Paul Pierce, il giocatore a cui è stato maggiormente accostato – ha faticato a replicare la sua efficacia contro l’atletismo delle difese NBA. Ma l’aspetto che lo ha penalizzato maggiormente è la difesa: la mobilità laterale non eccelsa e i fondamentali difensivi imperfetti, lo hanno reso poco incisivo nella sua metà campo. Una carenza sempre più importante nel basket attuale dove la versatilità difensiva è fondamentale.
Se Chicago rappresenta una scelta così romantica che è difficilmente attaccabile dal lato umano, dal punto di vista tecnico le riserve sono decisamente maggiori. Per come è strutturato il roster dei Bulls, con Wendell Carter e Lauri Markkanen stabili ed in rampa di lancio nei ruoli di centro ed ala grande, Parker dovrebbe giocare stabilmente da ala piccola, un ruolo mai ricoperto prima e che lo obbligherebbe ad occuparsi difensivamente di avversari troppo rapidi per le sue caratteristiche.
Un rebus non facile da risolvere per coach Fred Hoiberg, e una scommessa per il general manager Gar Forman,che ha deciso di investire 40 milioni in due anni. Una scommessa ponderata però, il contratto prevede un’opzione d’uscita anticipata che cautela i Bulls da eventuali problemi fisici e tecnici di Parker.
Chi rischia maggiormente è proprio Jabari: nell’ottobre del 2017 – convito d’ ottenere un rinnovo ben più ricco quest’estate – aveva rifiutato il triennale di circa 55 milioni offerto dai Bucks, adesso si è dovuto accontentare di un contratto sostanzialmente annuale, in una realtà tecnica che non sembra proprio l’ideale per mettere in luce le sue qualità. Il rischio è quello di ripresentarsi sul mercato l’estate del 2019 dopo una stagione non esaltante e firmare un nuovo contratto molto meno ricco.
Ma, quando si spengeranno le luci dello United Center e lo speaker, presentando il quintetto, scandirà il suo nome provocando l’acclamazione e gli applausi del pubblico, la mente di Jabari evocherà tutte le volte in cui sedeva sugli spalti per ammirare Derrick Rose, e un brivido elettrizzante correrà lungo la sua schiena restituendogli quelle sensazioni e quelle motivazioni necessarie per disputare la stagione della rinascita.
Lo spera tutta Chicago, felice di aver riabbracciato uno dei suoi figli prediletti.