Gli scontri commerciali tra la Turchia e la gli Stati Uniti hanno portato al crollo della lira, scesa ai minimi storici a quota 6,8 per un dollaro, con un’inflazione che continua a galoppare senza sosta e i rendimenti dei titoli di Stato decennali che hanno infranto il 20%. La nazione turca in buona sostanza è vicina al baratro finanziario, uno strapiombo che sta procurando le vertigini anche al sino a pochi mesi fa ricchissimo basket “ottomano”. Il Paese vanta ben tre squadre in Eurolega (Fenerbahce Efes, Darussafaka) e due in Champions (Besiktas e Banvit, ma il numero porrebbe aumentare dopo le qualificazioni), con la Turkish Airlines che versa fiumi d’oro per sponsorizzare la stessa Eurolega (contratto dal 2013 al 2020 per un totale di 37.5 milioni di euro). Ora però questo sistema sta vacillando in modo pauroso. Molti club non riescono più a far fronte ai debiti e agli ingaggi dei propri giocatori. Così, di punto in bianco, l’Eskisehir, settimo la passata stagione e inserito nella prossima Champions, ha dovuto rinunciare al campionato. Lo stesso hanno fatto tre società della seconda divisione turca: Usak Sportif, il neo retrocesso Yesilgiresun, e l’Antalyasport. Anche il Trabzonspor sta avendo grosse difficoltà. Il Besiktas dal canto suo, per cercare di sopravvivere, ha diminuito del 30% il suo budget. Relativamente toccate dal- la crisi le ricche Efes e Tofas, quest’ultima partecipata al 38% dalla FCA (ex Fiat). E il Fenerbahce Istanbul, il vero colosso del basket turco, campione di Eurolega nel 2017, campione nazionale negli ultimi tre anni e, soprattutto, squadra degli azzurri Gigi Datome e Nicolò Melli, con Maurizio Gherardini gm dal 2014? La situazione non è rosea neppure per i gialloneri, ma neanche così catastrofica come qualcuno pensava. Il 3 giugno il 51 enne imprenditore Ali Koc, il cui patrimonio è stato stimato in circa 8 miliardi di euro, è stato eletto presidente del Fénerbahce mettendo fine al potere di Azizi Yildurum, in carica per 20 anni. Koc ha chiesto di vedere i libri contabili del basket e del calcio. E per poco non ha avuto un mancamento… Erano pesantemente in rosso per il football; per la pallacanestro c’era un buco di 8,5 milioni di euro. La sua prima mossa è stata quella di promettere al coach Zeljko Obradovic, Re Mida del basket con 9 trionfi in Eurolega, il pagamento degli arretrati entro la fine di giugno. Non è riuscito a mantenere la parola per quel termine, dichiarando per questo di vergognarsi nei confronti del serbo. Ma alla fine, circa dieci giorni fa, è riuscito a versare sui conti correnti del tecnico serbo e dei giocatori tutti i compensi arretrati, da metà a aprile a fine giugno, compresi i bonus che in passato non sempre erano stati onorati. Per il momento dunque la situazione del Fene appare il linea con i programmi. In attesa naturalmente dell’evolversi della crisi turca, che potrebbe avere ogni genere di sviluppi. «Il vero problema è che in Turchia non esiste il futuro: tutto è presente – ha spiegato qualche giorno fa al “Mundo Deportivo” il coach Josep Maria Berrocal, la scorsa stagione proprio sulla panchina dell’Eskisehir e oggi all’Esatudiantes -La lira continua a valere sempre meno, quindi le società non riescono più a pagare gli stessi ingaggi del passato. E se investono denaro, lo fanno con molta più parsimonia. Vivono giorno per giorno, con tanti cambi di giocatori e allenatori durante la stagione. Sopravvivono come possono, senza un vero piano per il futuro. E quando non c’è via d’uscita, preferiscono chiudere».