Un metro e 85 di velocità, gambe da centometrista, una confidenza unica con la palla a spicchi e la “swagger”, la spavalderia di un’infanzia passata nel Bronx… aggiungere i fondamentali assorbiti da due miti come Don Haskins e Bob Cousy…shakerare un po’ ed il cocktail è pronto: ecco Nate Archibald detto “Tiny”.
“Tiny”, “Il Piccoletto”, soprannome mutuato su quello del padre, compie 70 anni ma la sua salute è pessima. Un controllo di routine nel dicembre 2016, anche perché ultimamente alcuni giocatori NBA sono tragicamente mancati…primo fra tutti Darryl Dawkins, uno dei grandi avversari nelle sfide coi Philadelphia 76ers di inizio anni Ottanta. Arriva il referto medico, un fulmine a ciel sereno. “Amiloidosi”, è la diagnosi…terribile. Una proteina maledetta che si deposita sul muscolo cardiaco…non c’è cura ed il cuore potrebbe fermarsi in qualsiasi momento.
Un cuore che lo aveva spinto a fare di più, che lo ha reso uno dei “piccoli giganti” dell’NBA, tanto da risultare ancor oggi l’unico ad aver guidato la lega in punti ed assist nello stesso campionato, quello 1972-1973. Poi tanti infortuni ma anche un raggio di sole, l’anello del 1981 ottenuto con la casacca dei Boston Celtics a fianco di un giovanissimo Larry Bird col quale aveva un’intesa unica. Tredici stagioni NBA, sei presenze all’All Star Game con anche un premio di MVP della manifestazione (sempre nel 1981, il suo anno d’oro). Uno dei grandi interpreti del basket anni Settanta che non viene sempre ricordato col lustro che meriterebbe.
Oggi “Tiny” compie settant’anni, ed anche se la sua salute è fortemente compromessa, la speranza è di poter continuare a fargli gli auguri di buon compleanno ancora a lungo.
E per chi non ricorda o non l’ha mai visto in azione, ecco un piccolo saggio delle qualità di Tiny: