Brillanti, nell’ostica ed elitaria Eurolega, ancor più che nella volata tricolore. Stiamo parlando di Kaleb Tarczewski e Arturas Gudaitis, le due torri gemelle di Milano intervistate da La Gazzetta dello Sport. Stabilmente nella top ten di tutte le statistiche che spettano ai pivot di rango (rimbalzi, percentuali da due punti, stoppate e tiri liberi con Gudaitis che ne ha tirati e realizzati di più di tutta l’Eurolega, viaggiandocol 71.5%), ai due colossi 25enni (sì, sono anche coetanei), l’Olimpia chiede di progettare un ponte verso il futuro. «Crescere, migliorare, fare un balzo in avanti», ribadiscono con enfasi entrambi prima di rifilarsi la dose quotidiana di mazzate in allenamento. Truci in campo, ma pure amici, fratelli, fuori. «Quanto mi sei mancato…» scherza Tarczewski ridendo. «Sì, Arturas per me è come un fratellone, uno di famiglia. Mi sembra di conoscerlo da sempre, ogni giorno che passa ci miglioriamo l’un l’altro e siamo talmente in sintonia che a volte è come se fossimo una persona sola». «Anche a me è mancato – subentra il lituano -. Ogni allenamento con lui è una battaglia, ma se siamo cresciuti dobbiamo ringraziarci a vicenda. E poi è una persona splendida».
PARAGONE – Ma chi è il migliore? «Siamo molto simili: duri, aggressivi, fisici. Andiamo entrambi a rimbalzo offensivo. Io sono più un lungo da pick and roll, lui ha due mani migliori» spiega Tarczewski. Per questo sono intercambiabili. Esce uno entra l’altro senza che assetti e cifre ne risentano più di tanto. Ma degli altri, della nuova Milano post scudetto cosa pensano? «Presto per dare giudizi – dice Gudaitis – Mi pare però che si sia subito creata l’intesa giusta dentro e fuori dal campo. Tutti hanno già capito perché siamo qui e dove vogliamo arrivare, senza bisogno di troppe parole». «Ripartiamo da un’ossatura di squadra e dallo stesso staff. Ci permetterà di entrare in ritmo in modo più rapido e questo può fare la differenza» assicura Tarczewski.
EUROLEGA. «Siamo da prime otto. Sì, i playoff sono possibili, sono ottimista» decreta il pivot di origine polacca. «In Eurolega contano i dettagli: non ripeteremo più i piccoli errori dell’anno scorso. Non guardo alla concorrenza, non so chi si sia rinforzato o meno. Per me i playoff di Eurolega sono innanzitutto una questione mentale. Dobbiamo innanzitutto credere di valere le prime otto». Gudaitis però non sopporta le ossessioni: «Non vorrei però che per i prossimi 6 mesi si parlasse solo di questo, dell’Eurolega. C’è anche la Serie A. È durissima perché noi siamo obbligati a vincere e tutti si trasformano quando ci affrontano. Inoltre si gioca un basket diverso rispetto all’Europa e non è facile riadattarsi ogni tre giorni. Però è lì che torvi chimica, consapevolezza e certezze. Il campionato è uno step fondamentale di tutta la stagione».
Due pedine, o per meglio dire due torri, da cui le plance di Milano non possono prescindere e i tifosi milanesi sognano sulla ali di due giganti come le twin towers.
Fonte: La Gazzetta dello Sport