Arriva alla fine il rapporto, mai sbocciato, tra Loul Deng e i Los Angeles Lakers. Dopo averlo firmato nella folle estate del 2016 per 72 milioni per 4 anni, è sostanzialmente scomparso dalle rotazioni dei Lakers nel gennaio del 2017, quando con l’arrivo di Magic Johnson a dirigere le operazioni della squadra, lui e il coach Walton hanno deciso di non farlo più giocare per dare spazio a Brandon Ingram. Ancora peggiore la stagione 2017-2018, con il suo impiego limitato ad una sola partita per 13 minuti complessivi.
Parliamoci chiaro: Deng è vittima di due cose: la prima (diciamo positiva per lui) di un contratto esagerato anche per un giocatore 2 volte all star e con 15 punti di media in carriera, firmato nell’estate del 2016 quando i GM hanno elargito soldi con eccessiva generosità. La seconda del meccanismo del salary cap che “costringe” le squadre a cercare di valorizzare i giovani, fare spazio nel monte salari e cercare scelte al draft quando non si è in una situazione vincente a breve termine. Deng non era più nel momento migliore della sua carriera. Di certo non era nemmeno un ex giocatore come sembrerebbe dal suo nullo impiego, tant’è che dovrebbe trovare rapidamente un’altra squadra (si parla di Minnesota e del suo ex coach Thibodeau).
La mossa è stata gestita in maniera ineccepibile dal punto di vista salariale da parte dei Lakers: Deng ha acconsentito, per agevolare l’operazione, a decurtarsi 7,5 milioni dei 36,8 rimasti nel suo contratto. I Lakers pagheranno 14,3 milioni quest’anno, e 5 milioni all’anno con la stretch provison fino al 2022, permettendo di avere 38 milioni di spazio salariale la prossima estate e poter cercare di prendere un altro free agent di grido sul mercato, dopo l’arrivo di LeBron James quest’anno. Ricordiamo che la prossima estate saranno free agent Kawhi Leonard, Kevin Durant, Klay Thompson e Jimmy Butler. Magic tenterà un’altra mossa ad effetto dopo l’arrivo di James per riportare i Lakers in corsa per il titolo.