Un crocevia importante, sia per la qualificazione ai prossimi Mondiali di Cina, sia per ritrovare l’entusiasmo. Nell’avvicinamento a Italia-Polonia (palla a due venerdì sera a Bologna) sono Sacchetti e Petrucci a parlare sulle colonne de Il Corriere dello Sport.
Pressione
La partita non sarà decisiva, ma l’Italia avrà solo un risultato a disposizione, come spiega chiaramente il et Sacchetti. «Non raccontiamoci favole: questo impegno casalingo con la Polonia sarà molto importante. Con l’Olanda abbiamo fatto un brutto passo falso, sia come risultato, sia come gioco. Dobbiamo farci perdonare, cercando di riproporre la pallacanestro che avevamo espresso nelle prime partite».
Petrucci
«So benissimo di mettere pressione, ma come presidente devo farlo. Se un allenatore non sente la pressione che allenatore è? E Meo la sente, è bravo, è sereno, e ci porterà a un risultato importante. Non sarà facile. Oggi il basket è difficile. Ci sono nazioni che vent’anni fa non vedevamo e che hanno avuto un grande sviluppo. Noi siamo una federazione importante, seria e con un bilancio sano. Dobbiamo arrivare ad un risultato. Siamo qui a spingere questa Nazionale che dovrà entusiasmare. Gara decisiva? No, abbiamo altre partite e già un buon punteggio. Ma se supereremo Polonia e Ungheria saremo già abbastanza avanti. Sono ottimista».
Brooks
Il tema caldo del giorno è il possibile impiego di Jeff Brooks già venerdì al PalaDozza. La Federazione ha fatto moltissimo per renderlo convocabile. Meo Sacchetti lo sa e non si nasconde. «Abbiamo visto Brooks ieri (domenica) per la prima volta. Oggi (ieri) farà allenamento con tutti e valuteremo tutte le condizioni del caso. E’ logico che se non lo facessi giocare neanche una delle prossime due partite, il presidente mi chiederebbe del perché ci siamo impegnati tanto per renderlo convocabile…». Ci si augura che il reparto lunghi azzurro, che soffre l’assenza di un giocatore interno dominante, possa trarne giovamento. «Abbiamo un problema di stazza – ammette Sacchetti – a cui stiamo sopperendo con gioca- tori che hanno delle qualità anche fronte a canestro come Melli e Burns. Facciamo con il materiale che abbiamo. Penso che sia più importante avere un buon giocatore più basso che non uno alto che non riesce ad essere incisivo. Il basket è cambiato. In Eurolega oggi servono giocatori alti e molto dinamici. Abbiamo bisogno di lunghi alti, ma che non prendano solo posizione. Almeno questo è il mio modo di vedere la pallacanestro». Ci si attende che Brooks faccia la differenza, insomma. «Siamo stati bravi ad accelerare la pratica che ha permesso il suo impiego – sottolinea Petrucci -. Se il nostro ct lo farà giocare, certamente darà il suo contributo».
Fonte: Corriere dello Sport