Il derby è sempre il derby. E stavolta, come riportato anche dalle colonne de Il Corriere dello Sport Stadio, l’obiettivo è comune: testarsi in una prima volta sotto pressione, perché quella, anche se si chiama amichevole e si gioca il 15 di settembre, c’è ed è inutile negarla. La Virtus deve recitare la parte di chi sta un gradino sopra e non può permettersi altro che una vittoria, se non larga, quanto meno senza troppi affanni. La Fortitudo invece non vuol imbarcare eccessiva acqua, anzi, rendere la vita dura ai “cugini” sarebbe un bel punto d’orgoglio da portarsi fino all’inizio del campionato. Insomma, nulla di paragonabile ad antiche sfide, e nemmeno a quelle recenti, come l’ultima volta in A2, una vittoria a testa che per come è andata a finire è servita di più alla Segafredo.
Il dibattito aperto su piazza, un derby serve sempre o questo è troppo posticcio per essere considerato indispensabile? Purché se ne parli diceva quello, e allora meglio prenderlo che lasciarlo, come hanno pensato di fare le due società. Se avrà fatto effetto lo si capirà guardando gli spalti. In biglietteria, aperta dalle 11, restano poco più di 200 tagliandi ai quali aggiungere i residui non venduti per la Nannetti biancoblù. In ogni caso, non sarà una gara di pre-stagione come le altre. Da questo punto di vista potrebbe servire soprattutto alla Virtus, che ha un roster pieno di solidi profili europei ma senza esperienza italiana, ai quali farà bene ribadire il concetto sull’unicità di Basket City. Per i nuovi, Taylor e Punter, Kravic e Qvale, ma anche per gli appartenenti a generazioni che lo hanno vissuto poco o alla lontana, dai debuttanti Cournooh e Cappelletti, compresi gli altri stranieri Martin e M’Baye, allo stesso coach Sacripanti, mentre per Pajola e Baldi Rossi l’esperienza c’è già stata. Storie e intrecci sono quindi quasi tutte dall’altra parte.
Ad aggiungere pepe in questo derby di fine estate sono gli incroci e i tanti ricordi. Da una parte, Mancinelli potrebbe scrivere una tesi di laurea in stracittadina, ed è l’unico davvero in grado di fare confronti col passato, mentre Rosselli ne ha giocati due, importanti, in bianconero due stagioni fa, sempre quelli della promozione Segafredo. Ma gli ex non finiscono qui, perché per la prima volta Kenny Hasbrouck affronta la Virtus con la maglia dei “cugini” della Fortitudo. Senza dimenticare il legame tra Leunen e Sacripanti. «Ci siamo incontrati al supermercato e al ristorante – ha raccontato il coach bianconero – abbiamo parlato un po’ del loro sistema di gioco, di come affronterà la stagione, se da 4 o da 5, lui è un amante della pallacanestro. Poi tra noi il rapporto è stretto. Sicuramente andremo a cena, non è uno spilorcio, spero di portargliela via». Ci sono cose che nemmeno un derby, per quanto sentito, potrà cambiare.
Fonte: Corriere dello Sport – Stadio