Ariel Filloy, intervistato da Andrea Barocci del Corriere dello Sport, ha parlato della gara contro l’Ungheria ma non solo.
LA GARA CONTRO L’UNGHERIA – “Ho solo cercato di rimanere concentrato guardando come stava andando la partita, per non “perdermi” caso mai ci fosse bisogno di me. Contro la Polonia non avevo giocato, e anche contro l’Ungheria ancora non ero entrato. Poi Sacchetti mi ha mandato in campo. La tripla contro l’Ungheria è stata quasi casuale. Ma ho difeso in maniera aggressiva e ho lottato su ogni pallone. Noi argentini abbiamo fama di avere un carattere molto forte? L’Argentina è una nazione di emigranti che dovettero lasciare la propria casa e iniziare da zero in un Paese nuovo. Il carattere può derivare proprio da questo”.
UOMINI E PREGIUDIZI – “Conosco molti stranieri che vivono tranquillamente da noi. Ciò che vedo è che gli italiani, quelli che hanno problemi economici e non trovano lavoro, si spaventano un po’ per la situazione dei migranti. Spaventarsi è naturale. Ma dopo che gli uomini riescono a conoscersi personalmente, secondo me i pregiudizi cadono”.
MULTIETNICITÀ – “Tutto mondo sta diventando multietnico. E noi in Nazionale dimostriamo che si può convivere perfettamente. Stiamo sempre insieme, quando c’è da andare a cena ci andiamo tutti assieme, nessuno resta escluso. Ognuno di noi ha lo stesso obiettivo: fare del nostro meglio rappresentando l’Italia. Insomma, già abbiamo qualcosa in comune, il basket. Per questo è più facile. Magari se ci incontrassimo in strada sarebbe un poco più complicato, ma poi sono convinto che ci capiremmo”.