I primi a salutarlo sono stati i compagni Cappelletti e Martin, in una pausa dell’allenamento. Pietro Aradori, rientrato dalla doppia sfida azzurra, è pronto a riprendersi la Virtus, mettendosi da oggi a disposizione di coach Pino Sacripanti. L’ex reggiano ha già vissuto il clima del nuovo spogliatoio bianconero nei primissimi giorni del ritiro di Sestola, prima di unirsi alla Nazionale di Meo Sacchetti. Adesso torna per recuperare il tempo perduto, con (eventuale, dopo valutazione) programma di rientro morbido e su misura, che ne preservi la condizione fisica permettendogli di recuperare le fatiche azzurre e allo stesso tempo mettersi al passo degli altri. Con il suo arrivo la Virtus è al completo e i tecnico inizierà a lavorare sul sistema in maniera ancora diversa, aggiungendo nuove varianti.
La presenza di Aradori può essere un arma importante per la Segafredo. In una squadra che infatti cercherà di incrinare le partite alzando il ritmo e costruendosi molto del fatturato in velocità, il nazionale azzurro potrà essere un grimaldello anche contro difese schierate, aggiungendo ulteriore pericolosità ai giochi messi a punto in questi giorni dallo staff tecnico. Banalizzando, si potrebbe pensare a una Virtus che si muove a coppie. Taylor e Punter per dare sprint, Aradori e M’Baye per trovare soluzioni dopo circolazioni di palla oltre i primi dieci secondi dell’azione. i lunghi Qvale e Kravic, in alternanza tra di loro, a fornire il gioco spalle a canestro mai trascurato da Sacripanti. Tanta carne al fuoco, certamente una risorsa, e però anche la necessità di darsi regole ben precise, gerarchie in fatto di scelte e meccanismi funzionanti a memoria. Una buona base di partenza sembra la mancanza di egoismo all’interno del gruppo. A lui anche il compito di limare alti e bassi di condizione, proponendosi come leader naturale del gruppo assieme ad altri.
Saranno queste due settimane in particolare a far uscire il gruppo dalla sua zona di comfort, per portarla a essere pronta in vista del debutto. Dopo aver puntato sull’assecondare qualità dei giocatori assemblati da coach e direttore sportivo, ora si cerca l’ulteriore passo avanti verso la costruzione di una Segafredo completa. I segnali arrivati dal precampionato fin qui sono buoni, perché la squadra ha mostrato una crescita costante col passare dei test, mostrando cose migliori a Parma rispetto a quelle viste a Olbia, e lasciando intrawedere contro la Fortitudo, pur dovendo considerare la differenza di tonnellaggio, quelle che saranno le linee guida della nuova avventura.
Fonte: Corriere dello Sport