A 73 anni Carlo Recalcati annuncia il ritiro come allenatore dopo aver vinto tre scudetti speciali: quello della “stella” a Varese nel 1999, poi il primo alla Fortitudo Bologna nel 2000 e a Siena nel 2004.
Ma non dimentichiamo con l’Italia l’argento olimpico ad Atene 2004 e il bronzo europeo 2003.
Io lo ricorderò sempre, e lui si ricorderà di me, per un passaggio della sua carriera: nel 1995 Recalcati 50enne, accetta di allenare la seconda squadra di Milano, la Teorema, nata dal trasloco di Arese a Milano, la seconda squadra di Milano che giocava al Palalido (per chi non è di Milano possiamo definirla una sorta di Chievo per Verona). Un maldestro tentativo di ricostruire un derby sotto la Madoninna.
Neopromossa in A la Teorema, che seguivo come corrispondente dal 1991 (quando era in A2 e si chiamava Teorema Arese) fa un mercato disastroso e parte con sei sconfitte su sei. Una mattina di ottobre tocca a me, allora 22enne collaboratore de Il Giorno, chiamare Recalcati per chiedergli un commento al suo esonero da poco deciso, lo chiamo a casa sua a Cantù e lui sorpreso ma sincero mi dice: “non mi hanno ancora detto nulla, non lo sapevo, ma se me lo dici ci credo”.
Un’ora dopo mi richiamo’ per darmi un’intervista.
Dopo quell’esonero, nell’ottobre 1995, Recalcati ripartì da Bergamo in B nel 1996. L’anno successivo perse prima la finale promozione contro Jesi e poi lo spareggio per la A2 contro Avellino. Salvo poi firmare per Varese dove due anni dopo vinse lo scudetto
Anche se si è ritirato sicuramente avrò modo di incontrarlo spesso al Forum o alle partite del Bergamo di A2, per cui questo non è un saluto all’uomo ma solo al tecnico, uno dei più vincenti della nostra pallacanestro, ma anche un grande signore per educazione e stile.
Fabrizio Carcano