Un inizio stagione che ha lasciato il sorriso sul volto di Livio Proli con la sua Milano subito vincente. Un’Olimpia che sembra cannibale e, in parte, come si legge sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, paragonabile a quella Juventus che sta monopolizzando nel calcio.
“Sono milanista, ma accostare l’Olimpia con la Juve mi fa solo piacere — argomenta Proli —. Tuttavia è un confronto oggi improponibile perché la squadra bianconera viene da 7 scudetti di fila con due finali di Champions in 3 anni, la loro forza è la continuità ad alto livello, noi invece non abbiamo ancora centrato il “back to back” (due scudetti di fila). Dobbiamo consolidare il nostro dominio in Italia prima di avere ambizioni di Eurolega. È un processo in corso, il successo in Supercoppa ci dà una bella spinta ma siamo appena all’inizio della stagione e c’è molto da lavorare”.
E sulla Serie A aggiunge: “La Lega deve fare squadra per affrontare le problematiche attuali e del futuro. L’anno prossimo entrerà in vigore il format a 18 squadre, ci sarà un calendario ancora più intenso e stretto che vedo nessuno riesce a normalizzare. Perciò il rischio per le squadre che fanno le coppe, oggi sono una decina, è di rimanere schiacciate da impegni e costi aggiuntivi. Un charter per girare l’Europa ormai costa sui 60mila euro per tratta. Un surplus di stress economico e psicofisico che costringerà molti club a puntare su programmi e obiettivi a seconda che facciano le coppe o no. La morale è che la Serie A dovrà spendere di più, occorreranno investimenti forti. Noi come Milano ci attrezzeremo per sostenere al meglio il peso di un cambiamento spinto dal basso dalla Lnp per decongestionare i campionati minori”.
Il rimedio, secondo Proli, sarebbe “un intervento della politica per aiutare i club. Tutti i politici cavalcano i buoni risultati sportivi per avere visibilità ma quando devono fare il lavoro sporco a favore dello sport scompaiono nel nulla”. Ma senza dimenticare che, con le 18 squadre, possono tornare in alto altre piazze storiche: “In questo
senso spero che dall’ A-2 salgano Roma, Fortitudo Bologna e Treviso. E aggiungo che sarebbe un toccasana per il basket italiano se tornassero i derby di Bologna e Milano. Mi auguro che nasca la seconda squadra milanese, magari qualche imprenditore uscisse allo scoperto. La rivalità cittadina crea interesse e passione”.
Per concludere, un pensiero anche sull’Europa e sull’Eurolega: “Credo che siano maturi i tempi di avere un seconda squadra italiana in Eurolega. Faccio “endorsement” col commissioner Bertomeu. I club che vedo pronti sono Venezia, Virtus Bologna e Torino. Ma ognuna dovrebbe cambiare qualcosa del proprio status. La Reyer ha il problema del campo ma potrebbe emigrare un anno a Treviso; la Virtus dovrebbe investire in questa operazione quello che investe nel ciclismo e Torino sarebbe molto appetibile se entrasse in pieno controllo Fiat. Inoltre, Venezia e Bologna dovrebbero lasciare la Fiba per sposare le competizioni Uleb cominciando dall’Eurocup”.
Fonte: La Gazzetta dello Sport