Coach Simone Pianigiani, nel corso di una lunga intervista rilasciata a Vincenzo Di Schiavi della Gazzetta dello Sport, ha parlato della Supercoppa appena terminata e di altri argomenti interessanti.
APRIRE UN CICLO – “Sì, siamo sulla strada giusta. È ciò che ci è stato chiesto l’anno scorso, quando il progetto è nato. La svolta è arrivata tra dicembre e gennaio, il momento più difficile, segnato da infortuni, sconfitte e identità da trovare. Il club ci ha ribadito la volontà di voler valutare solo il lavoro quotidiano ed ora ci sentiamo coinvolti in un processo di crescita che ha tanta strada da fare, ma non è più all’anno zero. La Supercoppa 2017 è stata un successo importante, ma estemporaneo perché aveva davanti un futuro pieno d’incognite, quella di quest’anno una possibilità da cogliere dentro a un processo che prevede più trofei possibili”.
PRIME IMPRESSIONI – “Funziona il modo in cui ci passiamo la palla, il fatto che la squadra sia già collegata al ritmo delle due guardie. Vedo un linguaggio tecnico comune. Anche quando sbagliamo, l’idea di come vogliamo giocare c’è. Siamo indietro invece nel subire meno quando scontiamo momenti di pausa. Dobbiamo dare più valore al possesso, prendere meno break, reagire più in fretta. La difesa è uno degli aspetti più confortanti di questo avvio di stagione, anche se poi viviamo momenti in cui diamo un calcio al secchio pieno. La Supercoppa mi è servita per altre cose: ho utilizzato di meno Bertans perché so già cosa può darmi, mentre era necessario testare Della Valle in un contesto importante. E dovevamo monitorare le due guardie: sono nuove e sono il motore della squadra”.
MICOV – “Riesce a gestire la fisicità e i tempi velocissimi del basket moderno con le letture di un giocatore del passato. A questi ritmi chi ragiona troppo in genere va in tilt e invece lui ci sta dentro. È un giocatore raro con un QI sopra la media, per questo l’anno scorso lo abbiamo fortemente voluto”.
TRIPLETE – “L’idea ci stimola, siamo l’Olimpia e questo è il sale dello sport. In Italia vogliamo fare qualcosa per cui essere ricordati. Il Triplete non capita spesso, nemmeno ai top club supervincente”.
LO SFOGO DI SACCHETTI – “L’uso del telefonino durante l’intervallo è roba fuori dal mondo e merita il cazziatone. Sul resto, per quanto mi riguarda, sono elastico. Colazione, pranzo, pullman: ormai i giocatori hanno il cellulare sempre in mano. Come i loro coetanei. Mi pare una questione generazionale”.