Che LeBron James sia il più grande giocatore di pallacanestro dell’ultimo decennio è ormai un dato acclarato, così come lo è il fatto che una delle doti migliori di cui dispone sia la capacità di far salire il livello del gioco dei suoi compagni di squadra. Lo ha ampiamente dimostrato soprattutto negli ultimi anni a Cleveland, dove il supporting cast non è stato sempre di valore assoluto ma i Cavs hanno regolarmente raggiunto le Finals.
Quest’anno, in maglia Lakers, c’è un atleta che più di altri va tenuto d’occhio con l’arrivo del Re in California: già dalle prime uscite in preseason, infatti, sembra chiaro che a beneficiare più di altri della presenza catalizzatrice sul parquet di James sarà Brandon Ingram. A 21 anni appena compiuti e due sole stagioni NBA alle spalle, l’ex Duke è stato giudicato troppo presto da molti addetti ai lavori; già nel corso del secondo anno infatti i miglioramenti nel suo gioco, soprattutto per quanto riguarda la metà campo offensiva, sono stati evidenti tanto in termini di cifre quanto sul piano della costanza. Ora sembra che proprio lui sia stato preso sotto l’ala protettrice di LeBron, il quale ha affermato nel corso del media day “io e Ingram possiamo giocare in ogni posizione”. Già leggere “io e Ingram” costituisce di per sé una benché minima investitura, considerando il pulpito da cui provengono le parole, ma quanto detto dal 23 ha un significato tecnico molto preciso: Ingram, nell’ottica di James, deve sempre più trasformarsi in un all-around player, dotato com’è di una taglia sufficiente per ricoprire almeno tre o quattro ruoli nell’NBA moderna e, soprattutto, capace di sfruttare gli spazi concessi dalle difese avversarie come sanno fare in pochi.
Nemmeno a farlo apposta, proprio il gioco senza palla della filiforme ala dei Lakers è stato oggetto di vistosi miglioramenti già nel corso della passata stagione; l’arrivo di Lonzo Ball e dei suoi assist avevano già fatto ingolosire Ingram, che si era sviluppato ‘off the ball’ per sfruttare al meglio le disattenzioni difensive. Ora, con l’arrivo di Rondo – passatore se ce n’è uno – e LeBron James, massimo catalizzatore dell’attenzione degli avversari, per il prodotto di Duke University si potrebbero aprire delle praterie in termini di spazi per attaccare il canestro. James sembra saperlo, visto che già nelle prime uscite è parso interessato a rifornire il giovane compagno di palloni anche vicino a canestro, dove seppur il suo telaio leggerino non aiuta, le doti tecniche possono sopperire.
C’è dunque da aspettarsi un ulteriore passo in avanti per lui, dopo quanto di buono ha già fatto vedere l’anno scorso; ora ha a disposizione il numero uno nel suo ruolo (se di ruolo si può ancora parlare) al quale ‘rubare’ con gli occhi i trucchi del mestiere, e soprattutto sta ottenendo ciò che Lebron ha negato a molti in passato: la sua totale fiducia.