Dopo un precampionato tra luci e ombre (anche per via degli infortuni), la Grissin Bon Reggio Emilia si concentra sull’esordio di una stagione almeno in partenza difficile da decifrare. Nonostante sia evidente come ogni singolo elemento inserito sia potenzialmente quello giusto, manca qualcosa nell’intruglio che, nei piani, dovrebbe stregare i tifosi e far cadere gli avversari. Manca il “pepe”, oltre a vigorose mescolate a fuoco alto per far “sciogliere” tutti gli elementi che devono contribuire a rendere unico il gusto della nuova squadra. La mano che sta cucinando deve esserne consapevole, perché è inutile nascondere come gli assaggi del precampionato abbiano lasciato più di un dubbio sulla bontà della “preparazione”, risultata nei fatti del tutto inefficace contro le avversarie di categoria. Complice una difesa debole e un gioco espresso solo a sprazzi e spesso mai coralmente, la squadra ha arrancato, anche quando non avrebbe dovuto, mostrando sì qualche progresso, cui hanno però sempre fatto seguito preoccupanti balzi indietro. Adesso è necessario alzare al massimo il fuoco per affrettare i tempi di cottura, lavorando tantissimo sull’amalgama. Con una consapevolezza nuova, rispetto al passato: chi darà il gusto irresistibile alla pozione magica saranno gli stranieri e non più gli italiani. La ricetta è cambiata e, almeno all’inizio, almeno fino a quando – si spera – i rampanti italiani non faranno uscire il loro potenziale e il capitano Riccardo Cervi non riesca a ritrovare il se stesso di Avellino, la “spezia” Ricky Ledo sarà quella che potrà fare la differenza nel provare a stendere avversari a oggi decisamente più pronti. Anche gli obiettivi, in questa 97esima edizione del campionato di Serie A, sia detto, sono cambiati. La nuova Grissin Bon deve salvarsi. E lo deve fare in un campionato che alla vigilia ha, dietro alla regina designata Milano, una infinità di concorrenti agguerrite. E partire male, compiere troppi passi falsi sin dall’inizio, in un contesto simile potrebbe portare a qualcosa di realmente indigesto e sgradito al raffinato palato del pubblico reggiano.
Fonte: Gazzetta di Reggio