“Louis, forse oggi noi inauguriamo una bella amicizia”
La celeberrima frase di Humphrey Bogart per chiudere il film Casablanca è una delle pietre miliari del cinema, citata, ripresa e anche celebrata in moltissimi film (da “Gatto Nero, Gatto Bianco” del geniale Emir Kusturica, al divertente Billy Crystal in “Harry ti presento Sally”). Chissà se anche Markelle Fultz e Jayson Tatum hanno pronunciato le stesse parole il 13 dicembre 2014, passeggiando verso gli spogliatoi al termine della loro prima sfida sul campo da basket. Difficile, ma l’evoluzione del loro rapporto ha poco da invidiare a quello che, si presume, si instaurò tra Rick Blaine e il capitano Louis Renault. Un legame davvero molto forte quello tra i due giovani giocatori, nato ai tempi delle loro prime sfide al liceo e cresciuto durante gli anni successivi.
“Tutto è iniziato durante gli anni della high school” ha dichiarato Markelle “le nostre scuole hanno giocato contro nei nostri anni junior e senior. Ci siamo sfidati a ogni possesso, ma alla fine questa lotta ci ha permesso di apprezzare l’altro e, alla fine, abbiamo iniziato a sentirci”.
Delle sfide davvero elettrizzanti, impreziosite dalle giocate di questi due magnifici interpreti, e preconizzanti il loro futuro da protagonisti al college e nella NBA. Nella partita del 2014, DeMatha Catholic High School riuscì a vincere sulla Chaminade Prep grazie ai 16 punti di Fultz e a due suoi tiri liberi decisivi a 26 secondi dal termine. Tatum chiuse con 24 punti inutili per la vittoria, ma validi per confermarlo come uno dei migliori giocatori della nazione.
Decisamente più interessante l’incontro del 2016, quando entrambi comparivano ormai sui taccuini di tutti gli scout NBA. Al temine di una partita avvincente, DeMatha riuscì a recuperare 10 punti negli ultimi 3 minuti e avere ancora la meglio su Chaminade. Non bastarono i 40 punti e 14 rimbalzi di un dominante Tatum a respingere la tremenda rimonta orchestrata da un imperturbabile Fultz (20 punti, 5 rimbalzi e 5 assists).
“Quando ho partecipato ai vari camp estivi c’erano un sacco di ragazzi, ma non ho mai legato con nessuno in particolare”, aggiunge Tatum, “Ma con Markelle è venuto tutto naturale, abbiamo iniziato a parlare, a scoprire tante cose in comune e ad approfondire la nostra conoscenza”.
Un’amicizia che non era stata pubblicizzata fino a qualche settimana fa. Un’amicizia che non è stata scalfita neanche dalle peripezie della scorsa stagione. Nel giugno del 2017, pochi giorni prima del Draft che ha sugellato la loro entrata nel dorato mondo della NBA, i Celtics scambiarono la scelta con Philadelphia, e di fatto rinunciarono alla possibilità di selezionare Fultz preferendogli proprio l’amico Tatum. Markelle divenne la prima scelta assoluta, pronto a un ruolo da protagonista accanto a Joel Embiid e Ben Simmons in una delle squadre più promettenti della NBA. Per Tatum, invece, si prospettava un posto di “retroguardia” nei Celtics, una squadra dal roster profondo e affollato, soprattutto nel suo ruolo. Ma, a volte, il destino è beffardo e si palesa proponendo strade ambigue e tortuose, e così è stato anche per i nostri protagonisti. Fultz non è mai riuscito a far vedere quel talento che a Washington lo aveva proiettato in cima al Draft: prima le difficoltà fisiche, poi la ricostruzione del suo ”jump shot”, lo hanno tenuto lontano dal campo per mesi e mesi, relegandolo di fatto ai margini della stagione dei Sixers. Paradossalmente, Tatum ha beneficiato degli infortuni di Gordon Hayward e Kyrie Irving, diventando sempre più importante durante l’anno e chiudendo addirittura come miglior marcatore di tutti i Celtics negli scorsi playoffs.
Le vicissitudini personali di Fultz e il successo di Tatum non hanno però minato il loro rapporto. Anzi, nelle difficoltà il legame si è rafforzato: Markelle si congratulava con Jayson per le prestazioni nei playoffs, e l’ala di Boston confortava l’amico che assisteva seduto le gare dei suoi Sixers.
“E’ stato difficile vedere le difficoltà di Markelle, soprattutto per il legame che ho con lui e la sua famiglia,” confessa Tatum. “E’ stata una condizione che non capita molto spesso nel basket. Già è difficile adattarsi alla NBA, e le difficoltà affrontate non lo hanno certamente aiutato. Ho veramente tifato per lui, perché è un amico.”
E quest’estate hanno pure condiviso l’allenatore. Entrambi si sono rivolti a Drew Hanlen e sono volati a Los Angeles durante la offseason per migliorare il proprio gioco.
“Hanno tentato di costruire una rivalità tra di noi, e farci diventare “nemici”, ma non accadrà” ha dichiarato Jayson.
“Siamo amici, e continueremo a esserlo”, continua Fultz.
Un’ amicizia speciale e vera tra due giovani talenti che potrebbero illuminare con il loro talento le sfide future tra due delle franchigie più nobili della NBA. A Boston e Philadelphia sperano di rinverdire le epiche sfide del passato contando sul talento di Tatum e Fultz (nonché quello dei cari Irving, Horford, Hayward, Embiid, Simmons, Redick).
Stanotte ne avremo un’anteprima, con Jayson e Markelle finalmente entrambi titolari per l’inizio della prossima stagione NBA.