Un doppio ex che meglio non può presentare un tale big match. Proprio per il suo passato, Stefano Pillastrini difficilmente potrà esimersi dal guardare una partita del genere… “Non so ancora se dal vivo o registrata, ma la guarderò. Partita che conta molto, la cosa strana è che si giochi a ottobre: io avrei evitato di averla in calendario così presto”, afferma il tecnico ferrarese sulle colonne de Il Corriere di Bologna.
Sono le due più forti del girone, tutte le altre hanno qualcosa in meno. È d’accordo?
“Sicuramente sono le due più forti sulla carta, poi i pronostici vanno confermati in campo. Comunque non credo che faranno una cavalcata, avversarie attrezzate ce ne sono, a me ad esempio piace molto Forlì, Verona per com’è fatta ha bisogno di più tempo ma verrà fuori, poi c’è Udine, ma anche Montegranaro è forte”.
Pronostico per domenica?
“50 e 50. Oggi la Fortitudo è più avanti, però Treviso è in crescita e il fattore campo potrebbe pesare molto”.
Una Fortitudo così brillante da subito è normale?
“Per me non è affatto una sorpresa, non avevo dubbi sul fatto che ci avrebbe messo pochissimo ad ingranare, grazie all’altissimo livello di conoscenza del gioco dei tanti veterani: Leunen, Rosselli, Mancinelli, Hasbrouck, Fantinelli, tutta gente che passa benissimo la palla, altruista, esperta. Ci aggiungo Cinciarini: tempi di rodaggio minimi. Poi strada facendo servirà anche la tenuta fisica”.
L’uomo del giorno sarà Fantinelli, che torna a Treviso dopo quattro anni. Tutti trascorsi con lei alla guida.
“Lo volli a tutti i costi portare a Treviso, sono stati quattro anni molti belli, di crescita continua, partendo da zero. È diventato il capitano, ha vinto il premio di Mvp italiano di A2, ci ha trascinato tante volte, dando sempre tutto”.
C’è chi dice che avrebbe dovuto andare in A1.
“È un ragazzo che non ha paura di fare delle rinunce, se crede di essere nel giusto. Tutto il contrario di chi se ne va da un posto a cuor leggero. Per dire di che tipo sia, racconto questo aneddoto: nel 2013 giocava a Recanati in terza serie, io lo seguivo già da un po’ e gli proposi Treviso, in A2-Silver, con un ruolo subito importante, insistendo. Mi disse di no, che stava bene a Recanati. Che si trovava bene a giocare il pick and roll con Ryan Pettinella, il loro centro americano. Poi all’improvviso Pettinella decide di smetteva di giocare e tornare in America, e Matteo si lascia convincere e mi segue a Treviso. Altrimenti sarebbe rimasto”.
Quattro anni su una panchina sono un ciclo abbastanza lungo.
“Stupendi i primi tre, vincendo ogni volta la stagione regolare, il terzo forse il più bello di tutti. Con squadre sempre fatte di giovani, lanciando Moretti, Fantinelli e anche altri, restando gli stessi contro avversarie fortissime, Virtus, Fortitudo, Trieste. L’ultimo anno è stato un po’ diverso, è mancata la ciliegina ma non ho rimpianti”.
E adesso?
“Sto bene, vedo tante partite in giro, sono stato a Istanbul da Obradovic, ora andrò in America. Se arrivano proposte le valuterò, ma potrei anche fare un anno intero di aggiornamento. Mi servirebbe, in tutti questi anni non ho mai potuto farlo. E quando iniziai come capoallenatore, a 29 anni alla Fortitudo, era la stagione 90/91”.
Fonte: Il Corriere di Bologna (Enrico Schiavina)