E’ speciale Avellino-Bologna. E una prima volta nella prima volta.
Il pubblico irpino abbraccia la sua Sidigas, finalmente, finora due trasferte (una “in casa”, sul neutro di Pistoia) in campionato e altrettante in Champions, dove domina a punteggio pieno. La maggior parte dei suoi tifosi la scoprirà oggi.
Farà strano vedere Sacripanti sedersi sulla panchina avversaria. Lui che in tre stagioni ha vinto più di tutti nella storia del club biancoverde: 71 successi in 133 gare.
Quanta curiosità di vedere all’opera, in città, la creatura di coach Vucinic, dall’attacco esplosivo, e i suoi nuovi talenti, su tutti Caleb Green (bomber della A, 27,5 punti di media per partita), Norris Cole (assist man del campionato, 8,5 di media) Nichols, Sykes e Matt Costello.
Quest’ultimo quattro giorni fa decisivo in Champions contro il Ludwigsburg, 21 punti e 10 rimbalzi.
Non ci sarà il duello tra giganti bianchi statunitensi per via del forfait del virtussino Qvale, ma Costello è carico lo stesso. Lo dice da inizio stagione.
“Ho entusiasmo perché è tutto nuovo: il basket, le abitudini italiane, la lingua difficile. Non ho paura, ho una forza dentro straordinaria.”
Costello, tracce d’Italia nel dna: non l’aveva trovata prima d’ora.
“Tante generazioni a qualcosa di italiano c’è stato, non abbiamo mai approfondito. La mia famiglia è americana.”
In High School top player per due anni (2011 e 2012) dell’intero Michigan, e miglior stoppatore di tutti i tempi alla Bay City Western (14 in un match), capacità confermata all’Università di Michigan State: miglior stoppatore di sempre “stoppando”, nel mentre, altri problemi.
Da matricola un grave infortunio ne mise a rischio la carriera: frattura al bacino. Matt giocava soffrendo ma svettava lo stesso. Non è finita: al secondo anno la mononucleosi lo mise k.o..
Niente, nessuno lo fermava. Neanche quando si è infortunato al ginocchio. Straordinario.
“La mia forza? Nella fede cristiana. Quella trasmessa dalla mia famiglia, ma al college mi ritrovai da solo a cercare le risposte nella Bibbia. Il vangelo mi ha illuminato. Devo pensare così: il mio lavoro è soltanto un gioco. Sono un fortunato, ringrazio Gesù ogni giorno: le difficoltà attraversate sono state niente in confronto ai problemi di altre persone. In questo modo mi sostengo nei momenti di stress, vedo le cose da un altro punto di vista.”
Costello è cresciuto in una famiglia divisa tra sport e musica. La mamma Jennifer giocava a pallavolo, il papà Mike, ex cestista a Ferris State, è stato direttore della banda di Corunna High. John, fratello gemello di Matt è musicista, la sorella Jessica è cantante.
La maturità, dopo gli studi, agli Atlanta Hawks per la Nba Summer League, poi in G-League con lo Iowa Energy prima del passaggio, nel luglio 2017 con i San Antonio Spurs, dividendosi tra la NBA e gli Austin Spurs, equivalente di San Antonio in G-League: il suo debutto in NBA lo scorso 12 novembre contro Chicago.
“Un’opportunità irripetibile. Allenato da Popovich, uno dei migliori al mondo, e compagno di squadra di Ginobili, un’esperienza da sogno.”
Con Avellino cosa vorrà realizzare di così unico Costello?: “L’avversario da battere è Milano, possiamo farcela.”