Si dice che non ci sia miglior antidoto alle sconfitte che vincere.
Formula chimica più semplice di quella dell’acqua con quell’H20 che tutti, nonostante il suono delle campanelle lontano, ci ricordiamo.
Ma quella che attende questa sera la sua Germani non è proprio l’avversaria più comoda per provare l’ovvia alchimia ed invertire la marcia in Eurocup, anzi.
Andrea Diana sa che per battere la Stella Rossa Belgrado, fin qui sempre vincente in Europa e pure nel suo campionato, serve una pozione speciale.
Coach, come sta psicologicamente la squadra dopo la sconfitta di Trieste?: “Sotto l’aspetto mentale i ragazzi hanno reagito come dovevano, con voglia di mettersi a disposizione, di lavorare con determinazione per cercare di portare a casa la prima vittoria europea dopo le tre sconfitte iniziali.”
L’ostacolo si chiama però Stella Rossa: cosa teme di più di questa blasonata avversaria?: “È una squadra di altissimo livello che finora ha vinto tutte le sette partite ufficiali, tra Coppa e campionato, stagionali. Una squadra che ha non uno, ma molti punti di forza dei quali il principale è saper ruotare al meglio tutto il lungo roster a disposizione. Dovremo evitare di concedere troppi spazi all’interno del pitturato, tenendo anche conto che è una squadra che tira con il 44% da tre punti che provano anche in situazioni di transizione. Senza parlare del loro pick and roll, altro grande punto di forza.”
Come contrastare una corazzata simile?: “Dobbiamo far forza sulle nostre energie nervose e provare a “sporcare” la partita, alzando l’aggressività, il numero dei contatti, le mani addosso.”
Graziella Bragaglio ha dichiarato che prima di parlare del problema del pivot titolare, dovete trovare un’identità di squadra: è d’accordo?: “Anche per me non va bene indicare un solo colpevole, in questo caso Mika, perché l’intera squadra è responsabile di tutto. Questa è una squadra che deve supportarsi a vicenda e che deve sapersi stringere ed unire nei momenti chiave. Manca ancora nell’affondare il colpo quando deve e trovare continuità perché così non basta. Manca un po’ di cattiveria agonistica difensiva perché, prima di tutto, dovremmo pensare a far segnare meno l’avversaria. Quell’ultimo quarto con Reggio Emilia è rimasto, purtroppo, un caso isolato.”
La presidentessa ha parlato anche di una mancanza di un gioco ben definito e della necessità che uno staff importante come il vostro debba sopperire…: “Vista la tipologia dei giocatori, è difficile riproporre il tipo di gioco dell’anno scorso. Ma anche a Trieste, dove si son segnati 86 punti, non credo che sia mancato il gioco, ma la mancanza di solidità difensiva dove si continua a concedere troppo. Quei 5 punti di media subiti in più quest’anno fin qui, sono quelli che ti fanno perdere una o più partite. Ed è lì che dobbiamo crescere.”
Fonte: Giornale di Brescia