Golden State chiude la 48 ore di New York, battendo anche i Nets dopo i Knicks. Ora il back-to-back a Chicago e in caso di vittoria la prima trasferta a Est potrà dirsi conclusa con un percorso netto. E’ un bell’andare per Steve Kerr se come stasera la Premiata Ditta Curry-Durant continua ad assicurargli 69 punti, che fanno 87 con quelli di Klay Thompson.
In parterre ci sono una trentina di personaggi famosi, tra attori di Series e Fiction, ex giocatori (standing ovation per Charles Oakley) e stelle di altri sport. Ah, c’è anche Naomi Campbell ed è ancora un bellissimo vedere.
Golden State percepisce l’aria frizzantina, giocare a New York non è come farlo in qualsiasi altra Arena, soprattutto per chi sa di non poter tornare nella Grande Mela prima del prossimo anno. L’avvio è di marca Nets, Brooklyn è spinta da una sorta di Curva rumorosa, la prima che ci è capitato di vedere/sentire durante una partita NBA. Sul 21-14 per i padroni di casa, si mette in moto Steph Curry, che ne mette 16 nel primo quarto e consente così ai Warriors di chiudere il parziale sul 32-29. Warriors 32, Curry 16…
Il vantaggio si dilata nel secondo periodo, con Thompson e Green che mettono punti e danno l’esempio in difesa. Dopo la tripla di Durant e il canestro di Curry, inevitabile il timeout Nets, ma prima dell’intervallo lungo continuano a piovere triple nel canestro di Brooklyn. La quarta di Curry vale il +19 e il delirio del Barclays Center, al riposo si va sul 63-49 e in pieno controllo gialloblu.
LeVert (23 alla fine) e Dinwiddie (12) provano a rimetterla in piedi ma il vantaggio si mantiene largamente in doppia cifra, Kerr regala minuti anche a McKinnie, che lo ripaga con 5 punti di fila. Golden State scherza col fuoco meno del solito, sembra ben dentro la partita (+16 a fine terzo quarto) e quando Crabbe mette il canestro del -10 (95-85), immediata è la replica di Thompson e Durant per il nuovo +16 Warriors a 8 minuti dalla fine.
A 6 minuti dalla fine qualche tifoso del Barclays Center decide di aver visto abbastanza ma sbaglia. Perché i Nets di quest’anno non avranno stelle ma sono una squadra seria e perché Golden State toglie le mani dal manubrio con un paio di minuti di anticipo. Prima 6 punti di Crabbe e poi la raffica di Russell (25, 12 nell’ultimo di quarto) riaprono clamorosamente la partita sul 108-110, con 2 minuti sul cronometro.
Golden State è in confusione, sbaglia un paio di canestri facili ma poi ci pensa Durant col jump del +4, prima della tripla frontale di Curry che chiude di fatto il conto (108-115). Poi gli Warriors provano ancora a complicarsi la vita regalando una rimessa dal fondo ma la tripla del potenziale -1 a 12” dalla fine Harris la tira corta e così finisce 114-120.
Ancora una volta i campioni in carica hanno vinto, ancora una volta in questo scorcio di stagione l’hanno fatto dopo aver rischiato di buttarla via. A Salt Lake City l’arrivo in volata li ha premiati, a Denver no mentre qui a New York Golden State l’ha portata a casa due volte ma sia al Garden che al Barclays Center ha dovuto provare il brivido dell’imprevisto, prima di chiuderla. Con i Knicks finendo a -11 nel terzo quarto dopo il +13 del primo periodo, stasera sprecando 17 punti di margine in pochi minuti. Tutto materiale molto utile per Steve Kerr.
Giancarlo Migliola