L’allenatore di Cantù Evgeny Pashutin, intervistato da Piero Guerrini di Tuttosport, ha parlato di molti argomenti interessanti.
PERCHÉ L’ITALIA – “Perché uno dei miei principali maestri è stato Ettore Messina e ho lavorato anche con Lele Molin, perché il basket italiano ha sempre avuto uno stile preciso, una scuola di alto livello, perché ho vissuto un sacco di preparazioni in questo Paese. Perché la gente è disponibile e la vostra cucina è la migliore, insomma è uno dei migliori p osti in cui stare. E il vostro campionato è stato di altissimo livello. Inoltre perché mi ha onorato della proposta il patron Gerasimenko”.
UNA SQUADRA NUOVA – “Abbiamo voluto costruire in estate una squadra con caratteristiche precise, giocatori che avessero grandi doti atletiche, fisiche, aggressività. Con Bolshakov, volevamo, controllo dei rimbalzi e difesa. La difesa è la chiave. In attacco abbiamo giocatori di talento come Tony Mitchell, Mvp in A con Trento, un realizzatore come Frank Gaines. Un tiro lo creano, anche se i giochi sono spaccati. Abbiamo rimbalzisti notevoli, come Jefferson e Udanoh. E gli italiani sono perfettamente inseriti, hanno un ruolo. Domenica Tassone è stato davvero grande”.
RICORDI – “Da giocatore la prima volta che ho giocato l’ex coppa Campioni con il Cska e poi il titolo nel 2003. Da allenatore le due vittorie in Eurocup con Kazan nel 2011 e con Kuban nel 2013. Ma non dimentico neppure la Flnal Four con il Cska”.
FUTURO – “Io penso a Cantù, a raggiungere i playoff, a giocare una buona stagione. E poi vorrei fermarmi”.