31 punti, 10 rimbalzi e 15 assist. No, non si tratta di Lebron James, ma di De’Aaron Fox.
Proprio lui, la point guard dei Sacramento Kings che, scelto con la pick numero 5 al draft 2017, non aveva certo impressionato al suo primo anno in NBA, vittima di una franchigia che ormai da molti anni razzola nei bassifondi della lega.
Eppure è sbagliato pensare che quella di stanotte di Fox sia una prestazione isolata; certo, mettere insieme questi numeri non è cosa da tutti i giorni, ma la realtà è che l’ex Kentucky quest’anno sembra aver preso per mano davvero i suoi, cercando di risollevarli dalle sabbie mobili degli ultimi posti, anche in virtù del fatto che la scelta di Sacramento al draft 2019 andrà di diritto ai Boston Celtics, e perdere molte partite sarebbe decisamente controproducente.
Nell’anno in cui i riflettori, in casa Kings, sono puntati sul nuovo arrivato Marvin Bagley III, anch’egli peraltro autore di un inizio più che convincente, Fox ha deciso di alzare l’asticella crescendo in tutte le voci statistiche. Le prime nove gare infatti raccontano di uno dei più prolifici playmaker della lega, capace di mettere a referto ogni sera 19 punti, 8 assist e quasi 5 rimbalzi con oltre il 50% al tiro. Un giocatore completo, anche se ancora deficitario nel tiro dalla lunga distanza (solo il 30% nelle conclusioni da oltre l’arco aspetto quest’ultimo su cui dovrà concentrarsi il lavoro futuro, visto che altre doti sono già decisamente sviluppate), che però ha iniziato con un piglio molto diverso la sua seconda stagione nella lega.
Gongolano i Sacramento Kings, che attorno a lui, Bagley e Bogdanovic contano di costruire la squadra di domani, per tornare a competere in una Western Conference sempre più di alto livello. Ad ora il record – inaspettato – dice 6-3, e De’Aaron Fox è sicuramente la sorpresa più gradita.
Perché questa notte non è stata un caso, ma solo l’exclamation point di una stagione in rampa di lancio.