Dal Sud Sudan all’Italia, passando per l’Egitto, l’Australia e gli Stati Uniti. La vita di Mangok Mathiang non ha di certo seguito un percorso lineare. Ora, però, a Cremona ha trovato una buona squadra dove crescere con serenità. Giacomo Iacomino della Gazzetta dello Sport ha intervistato il 26enne della Vanoli: di seguito le sue parole più significative.
CREMONA E L’ITALIA – “Sono felice di essere qui. Ammetto che è stato una specie di appuntamento al buio, sapevo molto poco del vostro Paese che sto imparando ad amare per la cultura, la storia e la cucina”.
RIVEDERE IL PADRE – “L’ho rivisto proprio quest’estate, 21 anni dopo l’ultima volta. Ho sempre avuto due grandi desideri: giocare nella Nba e rivedere mio padre. Avevo 5 anni quando fui costretto a lasciarlo e un po’ l’ho odiato, in fondo era come se avesse abbandonato me, mia madre, i miei cinque fratelli e sorelle. Poi però ho capito. Mi ha detto che è orgoglioso di quello che sono diventato”.
IL LICEO NEGLI STATI UNITI – “È stato mio fratello maggiore a convincerla. Un’occasione che non potevo perdere. Il basket mi ha fatto girare il mondo, ho visto 4 continenti e ho solo 26 anni
PITINO – “Mi ha insegnato a essere un vincente. Per me è stata un’esperienza pazzesca giocare sotto di lui”.
NBA – “Quando ho firmato per Charlotte non mi sembrava vero. Ero nella squadra di Michael Jordan, gli ho stretto la mano. Giocavo con Dwight Howard e Kemba Walker. Ma non devo correre. Il mio obiettivo oggi è crescere con Cremona. La Nba è un sogno, per ora”.