Un campione non si accontenta mai. E anche Hrvoje Peric non sfugge alla regola. Nonostante il largo successo conquistato contro Pistoia focalizza la sua attenzione sulle poche cose che non hanno funzionato. Da questo punto di vista, leader perfetto e ideale uomo squadra. Questione di mentalità e carattere. “È stata una vittoria importante – le sue parole – direi meritata per il gioco che abbiamo espresso nel corso della gara. Abbiamo fatto un buon lavoro ma non siamo stati perfetti, se vogliamo esserlo dobbiamo imparare a non mollare fino al 40′”. Giusto sottolineare la necessità di dare continuità alle prestazioni dalla palla a due fino alla sirena finale, un monito che può risultare fondamentale in una serie A nella quale l’equilibrio è elemento caratterizzante. “Sono contento di come la squadra sia stata capace di seguire il piano partita – continua – dobbiamo imparare però a tenere la testa bassa e giocare fino alla fine”. Un concetto espresso coi fatti e non solo a parole se è vero che nei minuti nei quali è rimasto in campo, il professor Peric ha spiegato pallacanestro ai malcapitati che si sono trovati sulla sua strada e hanno tentato di limitarlo. Deliziosi i suoi movimenti spalle a canestro, un misto di potenza, tecnica e agilità che risultano terribilmente efficaci e molto difficili da limitare. La cosa che più colpisce è che Hrvoje ha chiuso con 23 punti in 26 minuti senza mai dare la sensazione di forzare. “Che non sono ancora al massimo è vero – sottolinea – d’altra parte ho dovuto fare i conti con questo infortunio nel precampionato e sono rimasto per tre settimane senza lavorare. Devo dire che non mi era mai capitato di iniziare la stagione con un livello di forma così basso. Adesso per fortuna sto meglio, voglio solo pensare a lavorare giorno per giorno per crescere e migliorarmi”. Un percorso di crescita che Peric vuole continuare a fare assieme ai compagni di squadra, fondamentali a suo dire nella partita da mvp disputata contro la OriOra. “Guardando lo scout e ripensando alla partita – conclude – devo dire che forse mi sono preso troppi tiri. Devo ringraziare i miei compagni di squadra, bravi a cercarmi e servirmi nelle zone del campo che mi sono più congeniali”.
Fonte: Il Piccolo