È stato il miglior marcatore dell’intera quinta giornata e i 35 punti segnati a Brescia sono anche il suo high in carriera. James Blackmon Junior è uno dei volti nuovi della Vuelle e del campionato italiano e non sta smentendo la fama di realizzatore con la quale si era presentato. “35 punti sono il mio high da professionista – afferma la 23enne guardia della Vuelle -. Da tempo a Pesaro nessuno segnava così tanto? Sono felice e soddisfatto della mia prestazione, purtroppo non è coincisa con un successo della squadra. L’obiettivo vero è quello di vincere con il club”.
Sta viaggiando a 18,6 punti di media con il 38,9% dai 6,75 e il 92,6% dalla lunetta. Oggi è il numero 1 della Vuelle, non solo di maglia.
“Il tiro da tre e i liberi sono la mia specialità – prosegue l’esterno nato a Chicago – e cercherò di ripetermi”.
In queste prime giornate, abbiamo visto il vero Blackmon?
“Posso fare di meglio, così come la Vuelle. Si punta a migliorare insieme e a vincere, se faremo questo andremo lontano”.
Suo padre è stato una stella all’Università di Kentucky negli anni 80 e uno dei coach più vincenti delle High School a Indiana. Vi confrontate?
“Il basket è una passione di famiglia. Anche i miei fratelli giocano e mi capita spesso di parlare con loro di pallacanestro, il nostro è un rapporto speciale e ci scambiano consigli di continuo. Mio fratello più piccolo è un playmaker e sta studiando alla High School, l’altro è una guardia e gioca al College”.
È la sua prima avventura fuori dal suo paese: quali le differenze che ha trovato in Italia, rispetto alla sua precedente esperienza in GLeague?
“Il campionato italiano è un po’ sottostimato. È molto fisico, difficile con giocatori forti, interessanti e di esperienza. Credo sia sottovalutato”, valuta Blackmon, ribadendo che probabilmente lui e gli altri americani si aspettavano una Lega meno competitiva al loro sbarco nello stivale.
In America ci sono moltissimi match e si gioca molto più spesso rispetto all’Italia.
“Esatto, è la differenza più grande che ho riscontrato ma non voglio che mi crei problemi. Scendendo in campo più volte a settimana è più semplice prendere il ritmo, piuttosto che allenarsi e aspettare sette giorni prima di disputare una partita. Occorre prendere il ritmo gara e non è immediato”.
Pensa già alla sfida interna con Trieste, in programma lunedì prossimo?
“Sarà una settimana molto lunga. Non si gioca domenica ma sono contento di tornare di nuovo tra le mura amiche. Voglio vincere”.
Fonte: Corriere Adriatico