Le pesanti assenze nonostante il ritorno sul mercato non possono essere l’unica chiave di lettura per interpretare il momento della Fiat Torino, incappata nella sesta sconfitta consecutiva tra EuroCup e campionato.
Contro l’Happy Casa Brindisi dell’ex Vitucci, i gialloblu di Larry Brown hanno perso il contatto con l’avversaria nei minuti finali, cedendo 66-72 ma non riuscendo mai a sembrare realmente in partita.
Le rotazioni limitate, visti i problemi fisici di Delfino, Cusin, Cotton e McAdoo, hanno costretto Brown a catapultare immediatamente in campo sia Portannese che il lungo Jaiteh ricevendo in cambio «energia positiva», rifacendosi alle parole del coach statunitense.
Che ancora una volta non è andato molto per il sottile nel post partita, “deluso dal risultato” ma anche dalla prestazione di alcuni suoi giocatori:
“I nuovi si sono allenati una volta con noi, Peppe Poeta ha giocato molto bene, ma mi spiace dover rispondere a domande sull’impegno della mia squadra e se abbia giocato con intensità e dover rispondere di no.”
Lettura perfetta da parte di Brown, che ha giustamente reso merito a capitan Poeta, garibaldino a tratti contro la difesa brindisina e l’apatia dei compagni di squadra, e ai due nuovi arrivati: Portannese ha commesso errori ma ha anche mostrato la giusta voglia di ritagliarsi spazio, Jaiteh è stato falloso, spesso insicuro ma una presenza quando si dovevano portare blocchi ai compagni.
“Nei primi due quarti abbiamo tenuto buone percentuali in attacco, mentre nella seconda metà di partita” – ha proseguito Brown – “complice anche la loro difesa, abbiamo sbagliato tanto in attacco e le percentuali si sono abbassate.”
Deludente la prestazione di Wilson, ancora una volta incappato in una partita anonima e svogliata, di Rudd, che ha sbagliato tanto dovendo giocare spesso fuori posizione, e anche di Taylor, che ha chiuso come sempre nel migliore dei modi il suo tabellino personale, non riuscendo però a incidere sulla partita.
“Quest’anno non abbiamo pareggiato l’intensità degli avversari in nessuna partita” – è l’altra picconata di Brown – “tranne forse in EuroCup e in qualche occasione in campionato. Ieri mi hanno chiesto come dovrebbe essere la mia squadra ideale, io l’ho scritto sulla lavagna: la mia squadra gioca duro, gioca con intelligenza, gioca con altruismo e si diverte. Se si guarda la nostra squadra, non c’è niente di tutto questo. E questo mi rende triste.”
Tre vittorie e undici sconfitte non sono, però, il bilancio di una squadra falcidiata dagli infortuni, ma di una realtà che ha commesso ben più di un errore, dalla creazione della squadra alla programmazione della stagione, ricevendo anche in ‘dono’ una buona dose di sfortuna. Che non può essere l’unica colpevole del momento della Fiat:
“Non ci sono stato durante l’estate, ho perso la preparazione e di questo mi assumo la responsabilità. Non sto benissimo, non sono felice, ma sono onorato di poter allenare e insegnare. Mi piacciono le sfide e provare a farli giocare nel modo giusto, quella che io definisco “the right way”. Ripeto, mi fa male dover parlare dell’impegno della mia squadra. Sono qui perchè rispetto il gioco, per sfruttare la grande opportunità che ho e lo stesso devono fare i giocatori. Rispettare il mio modo di allenare, giocare come dico io, difendere: ma questo, ripeto, è un problema dell’allenatore.”
Il calendario non regala soste ai torinesi, attesi mercoledì dalla sfida in Montenegro con il Mornar Bar, una trasferta che si preannuncia una sfacchinata, e domenica prossima dalla Virtus Bologna: la società è attiva sul mercato alla ricerca di un playmaker, con l’idea Chalmers che ha stuzzicato tifosi e ambiente ma che non è percorribile vista la richiesta economica dell’ex Miami Heat.
Fonte: La Repubblica Torino