Che la stagione NBA sia appena iniziata e tutto possa ancora ribaltarsi è vero sì, ma fino a un certo punto. O meglio, è sicuramente vero ai piani alti, dove alcune presunte grandi stanno zoppicando e squadre con meno aspettative stanno facendo gara di testa, mentre può dirsi già piuttosto chiara la questione relativa alle ultime della classe.
Urge sempre fare una premessa, non necessaria per chi mastica di basket a stelle e strisce: il concetto di tanking in realtà non esiste in termini di volontaria tendenza a perdere. Ciò che porta una squadra a “tankare” è in realtà la conformazione stessa della formazione che, per motivi tecnici e – quello sì – per scelte di gestione, risulta strutturalmente impossibilitata a vincere più di un certo limitato numero di partite. Vediamo allora quali formazioni, fin d’ora, sembrano favoritissime per i primi tre posti in lottery, che da quest’anno hanno le stesse probabilità di estrarre con la prima chiamata al draft.
CLEVELAND CAVALIERS – Meno di due mesi fa, su queste stesse pagine, ci esprimevamo in merito alle parole di Tristan Thompson, che si diceva convinto del fatto che fossero ancora i Cavs la squadra da battere ad est. Il risultato è diametralmente opposto: Cleveland, con Love out per i più svariati motivi, ha imboccato la strada più corta per una stagione di tanking duro e puro, e al momento non sembra davvero in grado di vincere. L’unica nota positiva viene dal rookie Sexton, che dopo l’infortunio di George Hill ha trovato molto spazio e si sta affermando tanto in attacco quanto in difesa. Continua a mancare però una squadra, e l’ultimo posto nella lega sembra riservato proprio a loro.
NEW YORK KNICKS – Altra squadra che sembra non aver già più nulla da chiedere alla stagione. Porzingis rientrerà con ogni probabilità l’anno prossimo, il leader offensivo è il lunatico Tim Hardaway Jr., il che è tutto dire, e sono ultimissimi per defensive rating, che è il vero dato allarmante considerato che una compagine di giovani dovrebbe almeno cercare di affermarsi nella propria metà campo. L’infortunio di Knox a inizio anno non ha facilitato l’esordio dell’ex Kentucky, che sta tirando con un misero 33% dal campo, ma se già iniziassero a recuperare lui sarebbe un passo in avanti; leggermente meglio dei Cavs perché almeno coach Fitzdale sta cercando di capire quali giovani meriteranno la conferma l’anno prossimo (primo tra tutti l’undrafted Allonzo Trier), per affiancare uno dei migliori rookie offerti dal draft.
ATLANTA HAWKS – Riprendersi dalla dipartita di un grande allenatore come Mike Budenholzer è dura, soprattutto se la star da far crescere è il giovane Trae Young, tanto talentuoso quanto accentratore. Gli Atlanta Hawks per ora sono decisamente un fallimento, soprattutto per mancanza di talento diffuso, visto che escluso Young nessun altro sembra in grado di costruirsi autonomamente un tiro e dunque necessiterebbero di un sistema di gioco in grado di esaltare la coralità di un gruppo nuovo e piuttosto giovane (Vince Carter a parte, naturalmente). La stagione sembra già segnata, ma cercare di correggere i difetti del novello Steph Curry (staremo a vedere…) sarebbe importante, visto che per ora tira con il 39% dal campo e un vergognoso 24% da 3 punti, la specialità ai tempi del college.
Le altre squadre che attualmente occupano posizioni molto basse, per svariati motivi, sembrano in grado di risollevarsi maggiormente rispetto alle tre di cui si è parlato. Phoenix ha il talento necessario per poter infilare qualche vittoria in più, forte del buon inizio di Ayton e della crescita presumibile da Booker; Chicago, con il rientro di Markkanen, potrebbe guadagnarne offensivamente cercando di amalgamare il finnico al duo LaVine-Parker, e il livello più scarso della Eastern Conference li aiuterà a raccogliere qualche successo.
Quelli che invece, a sorpresa, potrebbero trovarsi a lottare per le ultime posizioni saranno i Washington Wizards se, come sembra, hanno messo sul mercato tutta la merce di pregio, stanchi del duo Beal-Wall (mai completamente integratisi tra loro) e vogliosi di ripartire da zero ottenendo dalla trade dei due qualcosa di buono in campo.
Insomma, nell’anno in cui al draft si presenteranno R.J. Barrett e Zion Williamson, le franchigie NBA si stanno già preparando a dovere.