Reduci da una delle peggiori stagioni della loro storia recente, con il record di 24-58, i Mavs si presentavano a questa stagione con più curiosità per il futuro che certezze per il presente.
Invece l’inizio dei regular season ha ragalato più di qualche sorpresa, nonostante non abbia ancora giocato un minuto il totem Dirk Nowitzki (in attesa, con l’esordio in questa stagione, di diventare il recordman ogni tempo in NBA per più stagioni con la stessa squadra, con 21) e siano mancati per una o più partite giocatori importanti come Harrison Barnes, Wesley Matthews, Dennis Smith jr. e Dwight Powell.
Facile trovare i “colpevoli” di un record di 9 vinte e 9 perse, con l’ottimo record di 8-2 in casa e 7 vittorie nelle ultime 10 e con vittime prestigiose, come i Golden State Warriors, i Boston Celtics, gli Oklahoma City Thunder e gli Utah Jazz battuti di ben 50 punti.
Luka Doncic è la risposta più ovvia, sorprendente per gli americani, un po’ meno per noi europei che lo abbiamo visto giocare benissimo sin dalla più tenera età nel Real Madrid. 19 anni e un impatto sulla lega che ha tolto ogni dubbio sulla sua mancanza di atletismo al piano di sopra. Gran tiro da fuori, visione di gioco superiore. Per ora rookie dell’anno a mani basse e chiaramante maggior catalizzatore di questi pimpanti Mavs.
Poi ci sarebbe DeAndre Jordan che sembra star trovando una seconda giovinezza nel Texas, anche se gli anni alla fine sono solo 30. Il cambio di allenatore ai tiro ha portato i suoi risultati e la percentuale ai tiri libero parla di un clamoroso, almeno per lui, 78% su 4 tentativi a partita, miglioramento incredibile se si pensa che la percentuale in carriera è solo del 45%. Grazie a lui la difesa dei Mavs è una delle migliori dei campionato, oltre al controllo dei tabelloni, con il secondo posto nella lega nella percentuale dei rimbalzi difensivi.
Rick Carlisle sta gestendo una squadra ottimo mix di veterani e giovani, con alcune certezze, come Matthews, il sempreverde JJ. Barea, decisivo contro i Celtics, Barnes, ottimo da 3 con il 39% e la sorpresa Dorian Finney-Smith che sta avendo le migliori cifre in carriera grazie alla sua interscambiabilità in attacco e in difesa.
Difficile pronosticare i playoff anche se l’ottavo posto e almeno per ora lì a portata di mano. L’enorme impatto di Doncic sulla NBA non potrà che portare benefici ad una squadra ottimamente allenata e piena di giocatori veterani che capiscono ruolo e modo di giocare in NBA.