Una promozione conquistata al termine di una stagione da record l’ha riportata nell’Olimpo del basket italiano.
Quattordici anni dopo il fallimento che l’aveva costretta a ripartire dalla serie B2, Trieste ha ritrovato il palcoscenico che le compete trascinata dall’entusiasmo di una città che ha sposato con convinzione il progetto portato avanti dalla proprietà targata Alma.
Con il presidente Luigi Scavone e l’amministratore delegato Gianluca Mauro a dettare le linee guida, sono stati il giemme Mario Ghiacci e il tecnico Eugenio Dalmasson a operare sul mercato creando un sapiente mix di esperienza e gioventù che, in questo inizio di stagione, sta pagando dividendi importanti.
“Siamo ripartiti dopo la promozione dando fiducia al nostro staff tecnico” – racconta Gianluca Mauro – “Eugenio Dalmasson è l’allenatore più longevo di tutta la Serie A (ha preso in mano Trieste in serie B nel 2010, ex aequo con Buscaglia) e ci è sembrato naturale prolungare il rapporto con lui e i suoi assistenti. Di Matteo Praticò e Marco Legovich siamo molto contenti, sono due triestini cresciuti qui da noi. In questi primi mesi nella massima serie siamo ancora in una fase di assestamento: partiamo dalle certezze che abbiamo, il nostro pubblico e il nostro palazzetto.”
“Stiamo vivendo un anno di transizione” – le parole del presidente Luigi Scavone – “nel quale siamo partiti senza porci particolari traguardi. Vogliamo consolidarci nella massima serie mantenendoci in una zona di media classifica senza però precluderci nulla. Nei prossimi tre anni l’obiettivo è riuscire a portare Trieste al vertice e creare una squadra in grado di lottare per i primi posti in Italia.”
Un progetto di crescita da realizzare anche grazie alla sinergia con le altre realtà sportive entrate a far parte del mondo Alma come la Ducati Pramac che gareggia nel motomondiale.
“Già qualche mese fa” – racconta il presidente – “abbiamo portato la squadra a Misano per assistere alle prove del Gp. Un’esperienza di successo, un esperimento che ha dimostrato come unire due realtà all’apparenza lontane sia invece un percorso attuabile.”
“Questo club ha potenzialità enormi” – sottolinea l’amministratore delegato Gianluca Mauro – “vive immerso in un clima che grazie ai suoi tifosi e a tutto l’ambiente che lo circonda è unico in Italia. Per questo, sulla scia di quello che avviene in altre nazioni, non è utopia pensare alla possibilità di avviare una sorta di azionariato popolare. Non siamo il Real Madrid, ma credo che Trieste sia pronta e preparata ad andare in quella direzione. È chiaro che serve una proprietà forte in grado di supportare i costi crescenti di un campionato molto oneroso, ma la città può affiancarla creando i presupposti per una società sempre più forte. In questo senso i numeri della campagna abbonamenti sono significativi. Speravamo in una risposta importante da parte dei tifosi, ma le 4469 tessere staccate in fase di precampionato sono un risultato che è andato oltre ogni nostra più rosea aspettativa”.
Nel frattempo sono aumentate le sponsorizzazioni, partnership importanti come quella che ha visto un colosso assicurativo come Allianz legare il proprio nome alla causa del basket.
“Vogliamo bene alla città e sentiamo che Trieste ci ha accolto con simpatia” – conferma Scavone – “Contare sul sostegno di Allianz ci onora: hanno legato il loro nome solo a un altro impianto sportivo in Italia, lo Juventus Stadium.”
Fonte: La Gazzetta dello Sport